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martedì 10 settembre 2024
 
 

La povertà che tocca la salute

22/08/2013  Aumenta in Italia il numero di coloro che si rivolgono a centri caritativi per i farmaci di cui hanno bisogno e che non possono più permettersi neppure con la ricetta medica. In sette anni, è la stima del dossier Caritas e Banco farmaceutico, il 97 per cento in più.

La crisi tocca ormai anche il campo farmaceutico. Cresce il numero di italiani che hanno difficoltà ad acquistare i medicinali di cui hanno bisogno. Non sono quelli da “banco”, ma anche quelli con prescrizione medica. Persino il ticket diventa una spesa non più sostenibile. E così, dopo aver ridotto i consumi alimentari, quelli per vestiario e  per altri generi di consumo, i cittadini hanno cominciato a rinunciare anche alle medicine o a chiederle ai centri di ascolto.
Negli ultimi sette anni, è la denuncia di un dossier congiunto del Banco farmaceutico e della Caritas italiana la «povertà sanitaria» è aumentata del 97 per cento. In particolare, sostiene il Rapporto frutto dei dati incrociati della Fondazione e di quelli provenienti da un campione di 336 Centri di ascolto della Caritas attivi in 45 diocesi, a far richiesta di medicinali che non possono comprare in farmacia sono soprattutto famiglie numerose, anziani con pensione minima, immigrati, anche irregolari.
In termini assoluti la maggiore domanda arriva nelle regioni del Nord con 439.719 confezioni di medicinali richiesti ai centri caritativi nel 2013 contro le 255.783 confezioni del 2006.
«Assistiamo a un crescente bisogno di farmaci», ha commentato presentando il dossier al meeting di Rimini Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, «da parte delle più importanti strutture di assistenza caritative. In alcuni casi si tratta di vera emergenza a causa dell’aumento della crisi economica che colpisce soprattutto le famiglie. È quanto mai urgente che la Commissione Sanità del Senato approvi in via definitiva la proposta di legge che consentirebbe la donazione di farmaci da parte delle aziende farmaceutiche. È ora che la politica dia segnali concreti sul fronte della povertà sanitaria». Dal canto suo, il direttore della Caritas, don Francesco Soddu, ha aggiunto che «si tratta di dati drammatici, ma purtroppo in linea con quelli della povertà nel suo complesso. Per invertire la rotta serve un lavoro comune fatto di alleanze e appare sempre più necessario uno sforzo congiunto, che sappia incrementare la capacità di intercettare le varie situazioni di povertà del territorio».

 
 
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