Uno sportello di primo ascolto con psicologi e nutrizionisti volontari sarà aperto in Expo nella settimana dal 21 al 27 novembre, tutti i pomeriggi, presso la Cascina Triulza, il padiglione della società civile.
È un’iniziativa promossa da Erika Associazione per la lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), attiva da 15 anni presso l’ospedale Niguarda di Milano, in collaborazione con Area G - la dimensione psicologica del giovane, associazione milanese che dal 1991 si occupa di problematiche adolescenziali.
Inoltre, il 22 settembre alle 14,30 nell’Auditorium di Cascina Triulza avrà luogo il convegno culturale "Il mito del corpo perfetto e il rapporto col cibo: cambiare i modelli educativi e informativi per prevenire i disturbi del comportamento alimentare nei giovani".
Conoscere i DCA, un paradosso contemporaneo nell’era dell’abbondanza
Erika partecipa a Expo con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui DCA: anoressia, bulimia, obesità, disturbi legati a un rapporto patologico con il cibo.
Mentre ancora oggi 800 milioni di persone soffrono la fame, sono sempre di più i giovani che nei Paesi industrializzati arrivano a rischiare la vita a causa dei DCA, i disturbi del comportamento alimentare. Secondo l’OMS le patologie di tipo anoressico e bulimico sono la seconda causa di morte negli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. In Italia ne soffrono circa 3 milioni di persone e l’età di esordio continua a scendere, arrivando a sfiorare l’infanzia.
Prevenire i DCA cambiando lo stereotipo dominante del “corpo perfetto”
I disturbi alimentari nascono da tanti fattori diversi, ma un ruolo importante spetta anche all’immagine corporea proposta ossessivamente dai media come modello: pelle bianca, forme eternamente adolescenziali, pancia piatta e muscoli marmorei nei maschi, efficienza sempre al massimo.
Questo stereotipo - immutabile, incorruttibile e irraggiungibile, può diventare un mito per i giovani più fragili, come gli adolescenti, che possono percepire il proprio fisico in evoluzione come inadeguato. Il cibo dunque, che fisiologicamente trasforma il corpo, può diventare un nemico.
“Per prevenire i DCA occorre aiutare le nuove generazioni a costruire un’immagine di sé sana e autentica, che faccia della diversità un valore e non un difetto” dice Lina Bettini, presidente di Erika. “Per questo noi ci rivolgiamo soprattutto alle famiglie, al mondo della scuola e dell’informazione, invitando a bandire dalla relazione educativa lo stereotipo del corpo perfetto e la schiavitù della prestazione, che lo sostiene”.
Per informazioni e richieste di aiuto:
www.associazione-erika.it
www.areag.net