La prima volta di un Papa in Iraq. Il sogno che molti Pontefici hanno coltivato, quello di calcare le terre di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, i luoghi dove si parla ancora la lingua di Gesù, sta per avverarsi. Il 33esimo viaggio di Bergoglio, infatti, o porterà, dal 5 all’8 marzo a Baghdad, Najaf, Ur, Qaraqosh, Erbil Mosul. Francesco andrà per dare conforto ai cristiani, perseguitati dall’Isis e costretti a fuggire, nel 2014, dalla piana di Ninive e dalle loro terre, andrà per rivedere i villaggi saccheggiati e oggi parzialmente ricostruiti, andrà per stringere rapporti con i musulmani sciiti, per dare coraggio agli yazidi, per incontrare gli altri cristiani. Un viaggio difficile per la pandemia in corso che lo costringerà a incontrare pochissima gente, salvo a Erbil e Qaraqosh, dove, in pieno rispetto delle norme covid saranno presenti, all’aperto, alcune migliaia di persone. Ma complicato anche dalle minacce terroristiche e dalla violenza che ancora semina nel Paese, quasi quotidianamente violenza e morte. Tanto che, ha dichiarato il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, è molto probabile che il Papa userà un’auto blindata per gli spostamenti. In ogni caso i tragitti saranno sempre su un’auto chiusa senza soste, come siamo abituati a vedere, ai margini delle strade per salutare i fedeli.
È un buon segno però che riprendano i viaggi papali dopo 15 mesi. Tutti vaccinati i presenti a bordo e rispettate tutte le norme «che le autorità locali hanno predisposto», ha ricordato Bruni. Molti dovranno accontentarsi di seguire il viaggio in tv, ma, ha riportato il direttore della sala stampa, per il Papa questo è comunque «un gesto di amore per quella terra, la sua gente, i cristiani. E come ogni gesto di amore può essere estremo». Inoltre, ha spiegato, il Papa considera importante che, anche se attraverso i social e la tv la gente vede che il Pontefice è andato nella loro terra per star loro vicino e incoraggiarli.
Il viaggio, che ha subito qualche modifica rispetto a quello comunicato a inizio febbraio, comincerà il 5 marzo. A Baghdad incontrerà subito le autorità civili e il corpo diplomatico nel palazzo presidenziale. Nel pomeriggio, invece, il discorso ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi/e. Il 6 marzo il Papa si sposterà a Najaf e Ur per la visita di cortesia al Grande Ayatollah Sayyid Ali Al-Husayni Al-Sistani. È la prima volta che un Pontefice incontra un Ayatollah. Al ritorno è prevista la messa nella cattedrale di San Giuseppe a Baghdad.
Il 7 marzo, invece, il Papa si sposterà a Erbil, Mosul e Qaraqosh. A Mosul si terrà la preghiera di suffragio per le vittime della guerra, mentre a Erbil è prevista la messa allo stadio “Franso Hariri”. L’8 il rientro a Roma.
Tutti i discorsi del Papa saranno in italiano.