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giovedì 19 settembre 2024
 
Mamma e onorevole
 

La prima volta di una deputata che allatta in Parlamento

07/06/2023  L'onorevole Gilda Sportiello, 36 anni del M5S, ha portato a Montecitorio il piccolo Federico di due mesi e lo ha allattato durante i lavori parlamentari. Un gesto rivoluzionario che fa ben sperare per la conciliazione in Italia della maternità con la vita professionale delle donne

Un applauso unanime di tutto il parlamento è sorto spontaneo nel momento che la deputata del M5S Gilda Sportiello ha tolto il suo piccolo Federico di 2 mesi dalla fascia e ha cominciato ad allattarlo seno  seduta sul suo scranno. È stata la prima volta che una parlamentare italiana ha compiuto questo gesto così naturale eppure così rivoluzionario. Gilda Sportiello, napoletana, laureata in Scienza dell’Educazione, ha 36 anni ed è entrata in parlamento per la prima volta nel 2018 per poi essere rieletta nel settembre 2022.
Tredici anni prima di lei l’eurodeputata Licia Ronzulli di Forza Italia aveva fatto la stessa con la piccola Vittoria a Strasburgo. Una scena che invece è diventata più consueta nei parlamenti di altri paesi. Ricordiamo tra le altre la deputata argentina Victoria Donda Perez, nel 2015,  la deputata islandese, Unnur Bra Konradsdottir, nel 2016,  la vice leader dei Verdi australiani Larissa Watersnel 2017…Questo gesto è stato possibile solo ora nel parlamento italiano grazie a una norma decisa dal a Giunta per il Regolamento di Montecitorio lo scorso novembre secondo la quale le deputate mamme possono entrare durante le sedute in Aula alla Camera, partecipando ai lavori parlamentari, con i loro bimbi ed allattarli  fino al compimento di un anno. “in apposite postazioni” collocate nell’ultima fila superiore dell’emiciclo, in una tribuna riservata appositamente individuata dal Collegio dei Questori.   
Il bambino non si scomposto malgrado gli applausi, ha continuato a prendere il latte con la testolina coperta da una cuffietta scura che lo proteggeva dal getto dell’aria condizionata. «Troppe sono le donne che interrompono precocemente l'allattamento, non per scelta, ma perché obbligate al rientro sul luogo di lavoro», ha dichiarato la pentastellata Sportiello. Il suo gesto ha quindi anche un valore politico e di testimonianza, affinché sempre di più nel nostro paese lavoro e maternità non siano due condizioni inconciliabili. Se l’esempio arriva dalla politica, si può sperare che anche le aziende possano prevedere al loro interno spazi adeguati per permettere alle giovani mamme di riprendere il lavoro senza dover ricorrere ai nidi, le cui rette, anche quando sono pubblici, incidono pesantemente sul reddito familiare e rendono a volte obbligata la scelta di rinunciare alla propria professione. In altri casi sono i datori di lavoro stessi, che in mancanza di contratti a tutela della maternità, lasciano a casa le dipendenti quando rimangono incinte. In un paese dove nascono sempre meno bambini è questa la vera strada da percorrere per invertire la tendenza di questi ultimi decenni che ci collocano agli ultimi posti nel mondo per tasso di natalità
Dello stesso parere Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE. Movimento italiano genitori:  «Vedere la natalità e la genitorialità entrare in questo modo in Parlamento è un evento di grande importanza. L’auspicio è che questo sia di ispirazione a progetti normativi che supportino concretamente la maternità e le famiglie, per contrastare la denatalità, magari con un supporto trasversale tra tutti gli schieramenti. Le donne non dovrebbero essere costrette a scegliere tra essere madri o continuare a lavorare e fare carriera. Incentivare la natalità e sostenere la crescita e il futuro delle nuove generazioni dovrebbe essere la priorità del Parlamento in questo inverno demografico. La riforma fiscale in esame in parlamento sia occasione per eliminare la discriminazione fiscale che da decenni grava sui genitori italiani, generando povertà e denatalità».

 
 
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