«Vorrei che ogni donna vittima di violenze denunci senza paure chi abusa di lei, sapendo che potrà riprendere in mano la sua vita e che non sarà sola nel farlo». Inizia così il messaggio di Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, del 25 novembre. «Diciamo basta anche alla violenza pubblica, quella a cui una donna si espone quando alza la testa ma non è riconosciuta come vittima, anzi si trova giudicata e doppiamente emarginata. Mi auguro che oggi si rifletta anche su questo aspetto e che le donne trovino sempre mani pronte ad una carezza e tese all’aiuto concreto».
I dati. Al 21 novembre i dati del report della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato parlano chiaro: sono stati registrati 263 omicidi, con 109 vittime donne di cui 93 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 63 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato, rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un lieve incremento (+2%) nell’andamento generale degli eventi (da 257 a 263), con le vittime di genere femminile che, invece, mostrano un aumento più consistente passando da 101 a 109 (+8%). In crescita anche i delitti commessi in ambito familiare/affettivo (+5%) che passano da 130 a 136; le vittime di genere femminile, da 87 nel periodo 1° gennaio - 21 novembre 2020, raggiungono le 93 nell’analogo periodo dell’anno in corso (+7%). Nell’arco temporale dell’anno in corso, le donne vittime del partner o ex passano da 59 a 63 (+7%). Infine, nel periodo 15 – 21 novembre 2021 risultano essere stati registrati 11 omicidi, 9 dei quali commessi in ambito familiare/affettivo; 6 le vittime di genere femminile, 3 delle quali uccise da partner o ex.
«Guardando i numeri - prosegue la claustrale - mi sconvolge che la violenza di genere sia ancora una ferita così tanto aperta, che pesa su tutti noi. A turbarmi, inoltre, è che sono molte le donne che vivono la violenza in silenzio sentendosi quasi loro le responsabili e nel terrore di non essere ascoltate, credute e tutelate».
«Quando una donna vittima di violenza apre il suo cuore a qualcuno - riconosce l’agostiniana – fa un atto di grande fiducia che non è scontata e richiede una risposta certa, condivisa ed efficace». Lei che è priora del convento intitolato alla Santa, moglie, madre e donna per eccellenza. «Per noi monache, così come per i suoi innumerevoli devoti di tutto il mondo, la luce di ogni passo è in Santa Rita, che è guida ed esempio prezioso di vita. Guardando a Rita e al suo messaggio, universale e attuale, soprattutto la donna può scoprire il senso profondo della vera forza. Santa Rita, affidandosi completamente alle mani di Dio, ha superato molti dolori: la morte del marito, l’essere respinta dalla famiglia di lui per aver perdonato il suo assassino, la straziante perdita dei figli, fino alla condivisione del dolore di Cristo crocifisso alla quale chiede di partecipare, rappresentata dalla stigmata che portò per 15 anni sulla fronte. Lei poteva essere una donna diversa: avrebbe potuto covare rancore dopo l’assassino del marito, alimentare la vendetta e cedere alla disperazione dopo la perdita dei figli. Invece, illuminata dallo Spirito del Signore, al quale ha semplicemente permesso di entrare nel suo cuore, Rita ha scelto di essere veramente forte, veramente donna. Non ha scelto la via più facile, ha scelto di fare la differenza. Ed è così ancora oggi. Da secoli Santa Rita sostiene chiunque si rivolga a lei nelle battaglie della vita. Lei riesce sempre ad accogliere e dare ascolto a queste voci. Per questo, affido a Santa Rita tutte le donne del mondo, perché essa le abbracci e doni loro la vera forza, quella che arriva dall’Amore».