«Insegno», scrive Connie al New York Times, il 15 febbraio del 2018 «sono professoressa in un community college in Florida, 2 ore a nord di Fort Lauderale. Un collega prima ha avuto un crollo emotivo in corridoio poco fa, in seguito alla strage di Parkland. I miei occhi si sono riempiti di lacrime durante la lezione delle 8.00 in classe, sono stata travolta dai miei sentimenti di dolore e di impotenza riguardo a Parkland. La mia classe è a piano terra, a un passo dalle due entrate dell’istituto, e ha due porte. Sto sentendo crescente difficoltà a tenere nella parte posteriore della mia mente la mia paura di essere colpita a morte mentre insegno. Molte persone, inclusi i legislatori a Tallahassee (la capitale della Florida ndr.) hanno suggerito che armare me (e gli studenti del campus) sia la risposta. NON lo è. Pensateci: non conta quante armi io abbia addosso, non conta quanto ben addestrata io sia, l’attentatore è sempre avvantaggiato: ha l’effetto sorpresa dalla sua. Sarò la prima colpita, sarò morta prima di poter sparare un colpo. Dio aiuta i miei studenti: mentre cercano le loro armi in preda allo shock, all’adrenalina, al terrore l’attentatore sta sparando in giro un caricatore dopo l’altro. E la mia lezione del mio ultimo giorno sulla terra? Un emozionata, appassionata dicussione su Gilgamesh, l’eroe della prima opera della letteratura umana: un racconto di 5.000 anni fa che parla di un re che non vuole morire».
La lettera è probabilmente la più commovente e acuta tra quelle arrivate ai giornali americani nei giorni scorsi dopo che Donald Trump, notoriamente sostenuto dalla lobby delle armi, ha liquidato come "un'immane tragedia" l'ennesima strage avvenuta in una scuola della Florida a opera di un ex studente armato, dando vista di considerare il facile approvvigionamento di armi da parte di chicchessia negli Stati Uniti un fatto scollegato dalle frequenti stragi degli innocenti nelle scuole, ai concerti e in tutti i luoghi in cui le persone si aggregano.
Nelle ore dopo la strage il presidente ha suggerito di «armare gli insegnanti» per prevenire altre stragi, per poi precisare: «insegnanti addestrati». La prof Connie, con acume e sensibilità, prova a spiegargli che armi e addestramento non le servirebbero a salvarsi e che chi insegna ha funzioni diverse da un servizio di security.