«Un ricordo pieno di affetto va a Susanna, la ragazza romana di questa diocesi, che è deceduta subito dopo aver partecipato alla Gmg, a Vienna. Il Signore, che certamente l’ha accolta in Cielo, conforti i suoi famigliari e amici». Così ieri mattina, durante l’udienza generale del mercoledì in Aula Paolo VI,
papa Francesco ha voluto ricordare con commozione Susanna Rufi, stroncata da una meningite fulminante mentre faceva ritorno a Roma al termine della Giornata mondiale della gioventù di Cracovia. Erano con lei la sorella minore
Margherita (17 anni),
altri giovani e don Pino Conforti, viceparroco di San Policarpo nel quartiere Tuscolano, dove la ragazza diciottenne – avrebbe compiuto 19 anni il prossimo 20 ottobre – era molto impegnata nella vita comunitaria: suonava l’organo durante la Messa domenicale, cantava nel coro e faceva l’animatrice dei ragazzi più piccoli. Da un anno aspettava di vivere la Gmg, ma la sua vita si è interrotta bruscamente subito dopo. Fresca di maturità classica (era uscita con 100), era partita alla volta della Polonia insieme a un altro gruppo di giovani della parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio.
I genitori hanno atteso che l’ospedale di Vienna restituisse loro la salma della figlia, per riportarla a Roma e celebrare
i funerali nella parrocchia di San Policarpo; giovedì 4 agosto, alle ore 16, le esequie – vietate a fotografi e operatori video per tutelarne la riservatezza – saranno presiedute dal cardinale vicario Agostino Vallini, che concelebrerà con il vescovo ausiliare
Guerino Di Tora (già parroco della comunità di San Policarpo dal 1985 al ’98 e prima viceparroco dal ’75 al 1985),
don Antonio Magnotta (incaricato del Servizio per la pastorale giovanile della diocesi di Roma), il parroco
don Alessandro Zenobbi, il presbiterio parrocchiale e altri sacerdoti delle comunità limitrofe. Nella chiesa martedì 2 agosto è stata organizzata una veglia di preghiera in memoria della ragazza. Un’altra veglia è stata promossa ieri, mercoledì 3 agosto alle 21.
«Ci ritroveremo per lasciarci consolare dalle parole della fede –
spiega il parroco don Alessandro – e per rinforzare la nostra certezza nella vita eterna. La nostra comunità sta vivendo un momento drammatico, unita al dolore della famiglia Rufi per la perdita di Susanna che continua il suo pellegrinaggio passando dalla vita alla vita per varcare la Porta Santa dell’incontro con il Padre misericordioso ed essere stretta tra le sue braccia. Domani la saluteremo affidandola alla Chiesa celeste».
In un comunicato stampa la Conferenza episcopale italiana ha espresso la sua vicinanza ai parenti più stretti di Susanna: «La Chiesa italiana si stringe nel cordoglio attorno ai familiari della ragazza rimasta vittima, a conclusione di un'esperienza che è stata all’insegna della fraternità e della condivisione». E sulla sua pagina Facebook la parrocchia di San Giovanni Bosco ha dichiarato la sua solidarietà: «Vicini ai fratelli della nostra parrocchia limitrofa di San Policarpo». Ancora, in un messaggio pubblicato sul sito Internet del Servizio diocesano per la pastorale giovanile,
don Magnotta scrive: «Torniamo da Cracovia con occhi pieni di fede, ma anche di lacrime per la morte di Susanna, ragazza animatrice dell’oratorio di San Policarpo. Non ci vergogniamo di dire che abbiamo dentro smarrimento e confusione. Ma con la fede di cui ci siamo nutriti in questi giorni guardiamo la morte di Susanna. E con quella stessa fede gridata con tenacia e forza al Campus Misericordiae, insieme a Susanna, vogliamo esprimere il calore della Pastorale Giovanile di Roma e la fraterna vicinanza alla sua famiglia, ai sacerdoti e alla comunità di San Policarpo».
Nel suo blog
don Mauro Leonardi (cappellano del Centro Elis e collaboratore nella parrocchia di San Giovanni Battista al Collatino, sempre nella capitale) ha dedicato un post alla scomparsa improvvisa di Susanna: «Sono prete e lo so anch’io che la morte non conclude nulla, ma che la vita continua, la resurrezione, la vita eterna, eccetera eccetera, lo so. Ma so anche che con il dolore degli altri bisogna andarci piano. Quando una figlia parte per la Gmg (ma fosse Amsterdam sarebbe lo stesso), quando una figlia che è il gioiello della casa e della parrocchia (ma fosse stata la peggiore era lo stesso), quando una figlia non torna, quando una figlia muore – e muore lontano da te – allora parole come resurrezione, eternità, vanno dette con il silenzio, con una stretta di mano o un abbraccio e se sei su un pulpito devi lasciare parlare solo Gesù».