Se è stata fatta luce sulla morte di Peppino Impastato, il giovane giornalista di Cinisi che si era opposto alla mafia, si deve fondamentalmente all’incessante ricerca della verità di sua madre, Felicia. A questa figura è dedicato il film Tv Felicia Impastato, in onda su Rai 1 il 10 maggio, alle 21,20, diretto da Gianfranco Albano e che vede nei panni della protagonista una straordinaria Lunetta Savino. Si tratta di un lungo flashback che prende il via dal 2000, quando Felicia viene chiamata come primo teste al processo contro Gaetano Badalamenti, accusato di essere il mandante dell’assassinio del figlio. Ventidue anni, dalla morte di Peppino nel 1978, durante i quali Felicia ha combattuto la sua battaglia parlando con i giornalisti e con i magistrati, sostenuta dal figlio Giovanni e dagli amici di Peppino. Centrale la figura di Franca Imbergamo, una ragazza che l’aveva intervistata per un giornale studentesco e che poi, diventata magistrato, riprese in mano le carte di Rocco Chinnici, giudice ucciso dalla mafia nel 1983 che indagava su quella morte liquidata prima come conseguenza di un attentato terroristico e poi come suicidio. Sulla vicenda c’era già stato il film di Marco Tullio Giordana I cento passi (2000), incentrato sulla figura di Peppino. «Abbiamo cercato di restituire sullo schermo l'essenza della personalità di Felicia», dichiara il regista, « che abbiamo creduto di averla individuata nella fierezza. Un comportamento e un luogo dell'anima oggi non molto di moda, tanto nella realtà reale come in quella virtuale. Fierezza di una madre per un figlio che si è battuto letteralmente alla morte per le proprie idee, fierezza di chi in quelle idee si identifica, fierezza di una battaglia per la giustizia e la verità che non è affatto una questione personale, ma sociale e dell'intera collettività. Spero dunque di aver risolto al meglio l'impegno etico e stilistico che mi ero posto all'origine. Ciò di cui sono certo è che senza Lunetta Savino non so se sarei riuscito nell'impresa. Lunetta ha dato di Felicia un'interpretazione francamente memorabile. Le dobbiamo tutti un grazie».