“Un’autentica riconciliazione tra i cristiani potrà realizzarsi quando sapremo riconoscere i doni gli uni degli altri e saremo capaci, con umiltà e docilità, di imparare gli uni dagli altri, senza attendere che siano gli altri a imparare prima da noi”. Jorge Mario Bergoglio conferma la rotta tracciata nel mare aperto aperto dell'ecumensimo. Il passato non deve paralizzare, ricorda il Papa, che sprona le varie confessioni (cattolici, ortodossi, proetstanti) "ad uscire da ogni isolamento, a superare la tentazione dell’autoreferenzialità, che impedisce di cogliere ciò che lo Spirito Santo opera al di fuori dei propri spazi".
Nessun passo definitivo è possibile se non si guarda a ciò che accumuna (la Croce di Cristo). E se non si prega invocando l'unità come dono di Dio. "Prima di essere uno sforzo umano di credenti che cercano di superare le loro divisioni”, la riconciliazione tra i cristiani “è un dono gratuito di Dio”, ribaidsce Francesco, nell’omelia dei secondi Vespri della solennità della conversione di san Paolo, celebrati nel pomeriggio di mercoledì 25 gennaio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura alla presenza dei rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma, a conclusione della cinquantesima Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, sul tema: “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”.
“Non si tratta del nostro amore per Cristo, ma dell’amore che Cristo ha per noi”, spiegato il Papa sulla scorta del tema della Settimana e della testimonianza di san Paolo: “Allo stesso modo, la riconciliazione verso cui siamo spinti non è semplicemente nostra iniziativa: è in primo luogo la riconciliazione che Dio ci offre in Cristo”. “Come effetto di questo dono la persona, perdonata e amata, è chiamata a sua volta a proclamare il vangelo della riconciliazione in parole e opere, a vivere e testimoniare un’esistenza riconciliata”, ha proseguito Francesco, secondo il quale “possiamo oggi chiederci: come proclamare questo vangelo di riconciliazione dopo secoli di divisioni?”.
La Riforma protestante festeggia nel 2017 i suoi 500 anni di vta. “Il fatto che oggi cattolici e luterani possano ricordare insieme un evento che ha diviso i cristiani, e lo facciano con speranza, ponendo l’accento su Gesù e sulla sua opera di riconciliazione, è un traguardo notevole, raggiunto grazie a Dio e alla preghiera, attraverso cinquant’anni di conoscenza reciproca e di dialogo ecumenico”, afferma papa Francesco come bilancio finale della celebrazione durante la quale Bergoglio ha modo di salutare i presenti:il Metropolita Gennadios, rappresentante del Patriarcato ecumenico, David Moxon, rappresentante personale a Roma dell’arcivescovo di Canterbury, e “tutti i rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali” presenti a Roma. Rivolgendo, infine un saluto particolare ai membri della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, Francesco augura “un fruttuoso lavoro” per la plenaria che si sta svolgendo in questi giorni.