Cosa significava la salvezza per Abramo?
Una cosa molto concreta: essere liberato dalla vergogna della sterilità del letto coniugale. Nella sua cultura, essere senza discendenza era un dramma sociale e spirituale: significava non avere una continuità di nome e di ricordo, e appariva una maledizione divina.
E cosa significava la salvezza per il popolo ebraico oppresso in Egitto?
Essere liberato dall’oppressore, poter progettare un futuro, vivere liberamente e secondo la sua fede. Questi due esempi ci fanno capire che la realtà della salvezza per il popolo di Israele era qualcosa di molto concreto: un’esperienza di liberazione. Purtroppo, quando chiedo a dei cristiani (anche a studenti di teologia): «Cosa significa che Gesù ti ha salvato?», mi sorprende che sono rare le persone che abbiano un’idea di cosa possa significare quest’affermazione fondamentale della nostra fede! Certo, la salvezza è una realtà immensa e non si può spiegare con due parole, ma non è futile usare l’analogia della “liberazione” per dire un aspetto della salvezza.
Tra l’altro, quest’analogia è stata usata da generazioni e generazioni di santi e teologi per rendere ragione della salvezza.
Qualche esempio?
Ascoltiamo Gesù: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi… Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero» (Giovanni 8,31-36). La salvezza è una libertà che nasce dalla conoscenza della verità sull’uomo e su Dio e da una conseguente prassi di libertà che si vive da figli di Dio (nel Figlio).
Anche san Paolo parla della salvezza in questi termini di liberazione (Galati 5,1.13). Sant’Agostino adotta la stessa analogia dicendo che Cristo ci insegna la via per liberare la nostra umanità: amare come Cristo ci permette di vivere la sua libertà.
Mi riferisco a un’espressione che conoscete certamente: «Ama e fa ciò che vuoi». Per Agostino, questo non è lasciare l’uomo al suo arbitrio. La convinzione è più profonda: chi ama – secondo il comandamento di Cristo e come Cristo – entra in una profonda libertà interiore che gli permette di essere veramente libero. Chi si libera dall’odio, chi vive la virtù sperimenta – già in questa vita – qualcosa della redenzione di Cristo, semi della vita eterna. Mi chiederai: «Ma la salvezza che si sperimenta è solo spirituale o individuale?» A questa domanda risponderò la prossima volta.