Risponde Gaia De Vecchi
Si salveranno i credenti delle altre religioni? E quelli che sono morti prima della Rivelazione cristiana?
A testimonianza di quanto la tematica, nei secoli, abbia interrogato teologi e pastori, per affrontare la questione sono state utilizzate diverse categorie. Si tratta di trovare un equilibrio tra due convinzioni presenti fin dalle origini nel cristianesimo: da una parte, la Chiesa è necessaria alla salvezza perché solo Cristo è il Mediatore e la via; dall’altra, Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi. Soprattutto a partire
dal concilio Vaticano II, in un’ottica di dialogo interreligioso, il magistero ha più volte ribadito che, sebbene la rivelazione sia compiuta solamente in Gesù, le altre religioni non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini e aiutano i fedeli a cogliere qualcosa del mistero di Dio. Potremmo dire così: la Chiesa è necessaria in ordine alla salvezza del mondo. La libera e consapevole professione di fede in seno a essa è la via maestra per essere salvati, ma la grazia di Dio è eccedente e può raggiungere l’uomo anche
attraverso altre strade (cfr. Giovanni 3,8), prima e dopo Gesù di Nazaret.