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mercoledì 11 settembre 2024
 
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Minori scomparsi: «Al Governo chiediamo accoglienza e integrazione»

02/05/2016  La denuncia di Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia: «Diciottomila i ragazzi migranti senza una famiglia che arrivano sulle nostre coste: di duemila di loro perdiamo completamente le tracce. Il loro destino: la prostituzione, lo sfruttamento e lo spaccio di droga»

L’arrivo massiccio di immigrati in Europa (400.000 presenze nel 2015 secondo Europol, la struttura che coordina le polizie europee) porta con sé un dramma nel dramma: la presenza dei cosiddetti minori non accompagnati, ragazzi quasi sempre di sesso maschile  sotto i 18 anni, in larga parte sotto i 14, che sono a rischio dispersione.« Lo scorso anno«, dichiara Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia,  «sono stati 18.000 in Italia i minori non accompagnati. Di 6.000 abbiamo perso le tracce; molti sappiamo che poi in un secondo momento si sono ricongiunti con i familiari, ma 2.000 sono letteralmente scomparsi, finiti in situazioni estreme, come lo sfruttamento della prostituzione, lo spaccio di droga o vittime del caporalato nei campi. La malavita  ha da tempo capito che il business dei migranti è più redditizio di quello della droga, non mancano i casi in cui i ragazzi arrivano già dai Paesi di origine già con un indirizzo in tasca di persone che li avvieranno alla prostituzione. Clamoroso è il caso che abbiamo denunciato circa un mese fa relativo alla situazione dei baby prostituti alla stazione termini di Roma».  
I dati, seppur allarmanti,  sono sicuramente sottostimati, perché si riferiscono solo a quei ragazzi giunti con i barconi e soggetti quindi a una prima identificazione. I paesi da cui maggiormente provengono sono Eritrea, Somalia, Nigeria, Siria, ma anche Egitto. Mentre nelle rotte via terra la dispersione è molto alta. In genere  appena sbarcati si procede con un riconoscimento e una collocazione nei centri di prima accoglienza, da dove poi i ragazzi sono destinati ad altri centri più specifici, come le comunità.
«Ma un ragazzo se nelle prime 72 ore dal suo arrivo  si ritrova in una situazione precaria», continua Iacomini, «che avverte ancora come pericolosa,  tende a fuggire.  Secondo noi si deve prospettare loro sin da subito un modello di integrazione, devono essere seguiti da un tutor che si faccia carico del loro iter. Quello che noi chiediamo con forza al Governo italiano è un monitoraggio dei centri, standard minimi di accoglienza e integrazione. E all’Europa chiediamo di far entrare nell’agenda  della discussione questo tema. Che non riguarda solo l’Italia, ma anche la Grecia, la Francia. Tutti i Paesi europei hanno firmato la Convenzione Onu del 1989 sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo significa che questi minori  devono avere un percorso simile  ai nostri bambini, ovvero devono essere potetti, curati, scolarizzati. E va fatto con la massima urgenza, anche perché i trend dei flussi sono in aumento, e con essi anche il numero dei minori non accompagnati».

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