Da stasera ci sarà ancora il Regno Unito o avremo un Regno disunito? Come titola la gran parte della stampa britannica oggi è davvero “il giorno del destino”, perché gli scozzesi sono chiamati alle urne per decidere, attraverso un referendum, se staccarsi dal resto dell'Unione proclamando così l'indipendenza della Scozia.
Sulla scheda gli lettori troveranno una semplice domanda: “La Scozia deve essere un Paese indipendente?”. Se vincono i “sì” la Scozia si separerà dal Regno Unito dopo 307 anni insieme. La vittoria del “sì” può essere un terremoto per tutta l'Europa. Avremmo una nuova nazione (con capitale Edimburgo), il Regno Unito (che dovrà cambiare anche la bandiera) si troverà privato di una regione dove si concentrano basi militari e ricca di risorse petrolifere; inoltre catalani, fiamminghi e “padani” potrebbero essere incoraggiati a rafforzare le spinte indipendentiste.
Per queste ragioni, nelle ultime settimane si sono mobilitati i principali leader politici del Regno Unito. Il premier Cameron ha chiesto agli scozzesi di evitare un “doloroso divorzio” promettendo alla Scozia una sempre maggiore autonomia. Persino la Regina, di solito riservata sui temi politici, ha detto: “Spero che gli scozzesi pensino attentamente al loro futuro”.
L'esito del referendum è molto incerto, i sondaggi prevedono un testa a testa e il numero degli indecisi può essere determinante. Per questa ragione la Bbc ha rinunciato agli exit polls e si dovranno attendere i dati reali, nel cuore della notte. Gli aventi diritti al voto sono 4.285.323. Tra loro ci saranno anche giovani di 16 anni, che in Scozia sono già considerati maggiorenni. Il diritto al voto per i sedicenni fu sancito nel 2012 con l'Accordo di Edimburgo, fra il premier britannico David Cameron e il primo ministro scozzese Alex Salmond, nel quale fu deciso il referendum odierno.
In tutta la Scozia si è registrato per il voto odierno il 90,1 per cento dei 121.497 sedicenni e diciassettenni residenti nella regione. La possibilità di voto per gli adolescenti ha aperto un dibattito molto vivace. C'è chi ha visto nella scelta di Salmond l'intenzione di capitalizzare le tendenze nazionaliste dei giovani scozzesi. Questi, da parte loro, difendono il loro diritto al voto con vari argomenti. Grant Costello, presidente del Parlamento scozzese dei giovani ha detto: “a 16 anni possiamo sposarci, pagare le tasse e arruolarci nell'esercito, perché non dovremmo votare”?