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martedì 08 ottobre 2024
 
Sciopero generale
 

La scuola in piazza contro la buona scuola

05/05/2015  Migliaia di professori e studenti in corteo contro il disegno di legge sull'Istruzione in sette città d'Italia. Una manifestazione così non si vedeva dal 2008. Ma Renzi non si fermerà.

Roma, Milano, Torino, Bari, Napoli, Aosta, Catania. Lo sciopero generale della scuola proclamato dai sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) e da un arcipelago di associazioni studentesche, ha visto sfilare numerosi cortei di studenti e professori per sette importanti città d’Italia. E’ una prima assoluta per il premier Renzi nel campo dell’istruzione. Finora la protesta si era limitata a qualche contestazione estemporanea. Ma anche per un Governo dell’ultimo decennio, che ha visto raramente questo tipo di manifestazioni. Il sette è un numero che ricorre nello sciopero generale di stamattina. L’ultima protesta sindacalmente unitaria di questo genere, con questo tasso di adesione, è avvenuta infatti sette anni fa.

Nodo precari, "super poteri" ai presidi, sgravi alle paritarie (in realtà si tratta solo della conferma dei finanziamenti, molto inferiori al fabbisogno della scuola non statale) e infine eccesso di deleghe al Governo. Sono i motivi per cui insegnanti, studenti e sindacati scendono in piazza contro il disegno di legge sulla "buona scuola" di Renzi-Giannini, "che non risolve i veri problemi". Intanto la Commissione Cultura e Istruzione della Camera accelera sulla discussione e il varo degli articoli del testo, con modifiche, anche sostanziali, già effettuate come nel caso dei "poteri" dei presidi. In testa al corteo, oltre ai segretari dei comparti scolastici, ci sono anche i leader dei sindacati confederali, dal segretario generale della Cgil Camusso a quello della Uil Barbagallo.

Perché proprio ora uno sciopero della scuola di queste dimensioni, con tutti i sindacati in piazza, che non si vedeva dal 2008, al tempo del governo Berlusconi (allora il ministro dell’Istruzione era Maria Stella Gelmini)? "Perché da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla". Così l’attuale ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Dal punto di vista politico è difficile prevedere un arresto o un cambio in corsa da parte di Renzi. Anzi, la manifestazione potrebbe costituire, come per l’Italicum e il Jobs Act, un ulteriore pretesto per accelerare sul disegno di legge, in linea con lo stile politico renziano finora apertamente di sfida nei confronti delle critiche e delle proteste di piazza.

 
 
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