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sabato 26 aprile 2025
 
 

La scure dei dazi USA minaccia il made in Italy

03/10/2019  Dal 18 ottobre il governo americano è pronto a imporre pesanti tariffe sull'export. Verrebbe penalizzato soprattutto il settore alimentare.

Riuscirà l’Italia a evitare la scure dei dazi che fra pochi giorni potrebbe abbattersi su prodotti simbolo del made in Italy, come il Parmigiano Reggiano? C’è tempo fino al 18 ottobre per scampare il pericolo e i prossimi saranno giorni di trattative frenetiche fra Roma e Washington. Durante la visita a Roma del Segretario di Stato USA, Mike Pompeo, il Governo italiano ha fatto presente le preoccupazioni  dell’Italia per le sorti del nostro export. Rischiano soprattutto i formaggi (Parmigiano reggiano, pecorino, provolone) e il prosciutto, che potrebbe essere gravati con una tariffa del 25 per cento. Si salverebbero invece l’olio di oliva e il prosecco. I dazi colpirebbero anche il whiskey scozzese, i vini francesi e formaggi svizzeri come l’Emmenthal.

Secondo la Coldiretti, le tariffe doganali per il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano di fatto triplicano passando dal 15 per cento  al 40 per cento sul valore del prodotto.

L’applicazione dei dazi a vari prodotti dell’export europeo è stata autorizzata dal WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio, per compensare i sussidi europei illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus. I sussidi sono stati considerati un fattore di concorrenza sleale ai danni della Boeing, l’azienda statunitense principale concorrente di Airbus nel settore dell’aeronautica. Gli Stati Uniti potranno imporre dazi ai beni europei per un valore di 7,5 miliardi di dollari.

Secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenuto all'Assemblea generale di Assolombarda, al Teatro alla Scala di Milano, l’imposizione di dazi ai prodotti italiani “apre a una prospettiva che rischia di far male al nostro settore manufatturiero e agroalimentare: faremo di tutto per limitare i danni, anche all'interno della Ue”.

L’Italia fa leva su un punto: il nostro Paese non fa parte del consorzio Airbus. Il gruppo, che ha sede a Tolosa,  è nato nel 1970 con la denominazione di Airbus Industrie, come consorzio d’imprese francesi e tedesche, al quale poi si sono aggiunti spagnoli e britannici. Lunedì 14 ottobre ci sarà un ultimo incontro tra le delegazioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea  per cercare di trovare un accordo in extremis che eviti l’escalation di dazi e controdazi.

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