Cominciata con la prospettiva, caldeggiata dal presidente francese Macron, di un prossimo incontro fra Putin e Biden, la giornata di lunedì 21 febbraio si è conclusa con l’ingresso delle truppe russe nelle due regioni separatiste dell'Ucraina orientale, Luhansk e Donetsk, controllate dai separatisti sostenuti dalla Russia. In base ai decreti firmati da Putin, le truppe russe svolgeranno le cosiddette "funzioni di mantenimento della pace" a Luhansk e Donetsk.
«Considero necessario prendere una decisione attesa da tempo» ha detto il presidente in un lungo discorso alla nazione trasmesso nel tardo pomeriggio, «ovvero riconoscere immediatamente l'indipendenza e la sovranità della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Luhansk. Chiedo all'Assemblea Federale della Federazione Russa di sostenere questa decisione, e poi ratificare i trattati di amicizia e mutua assistenza con entrambe le repubbliche».
Dalle parole all’azione è passato pochissimo tempo e poco dopo la decisione di Putin l’esercito russo si è messo in movimento verso il Donbass portando a livelli altissimi la tensione internazionale e restringendo sempre di più gli spazi per una soluzione diplomatica della crisi. Putin non ha scelto, finora, la strada dell’invasione massiccia dell’Ucraina, indicata come certa nei giorni scorsi dagli Stati Uniti, ma di fatto, da ora in poi, ogni azione militare dell’Ucraina contro le zone del Donbass, prima controllate dai separatisti e ieri dall’esercito russo, diventa un attacco diretto contro la Russia. Nel Donbass oltre 770mila ucraini hanno il passaporto russo, su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, e secondo Mosca negli ultimi giorni altri 950mila residenti hanno fatto la stessa richiesta. In base ai trattati di amicizia e mutua assistenza siglati ieri, ora la Russia potrà installare basi militari nel Donbass.
Nel suo infuocato discorso televisivo, Putin ha affermato che l'Ucraina non ha la storia di una vera nazione. Il discorso è stato anche una durissima arringa contro i dirigenti ucraini, accusati di ogni nefandezza, e contro l'Occidente. «L'Ucraina ha già perso la sua sovranità», diventando serva «dei padroni occidentali», ha attaccato Putin, accusando la Nato di essere già praticamente presente sul territorio ucraino, minacciando direttamente la sicurezza della Russia.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto alla nazione a tarda notte. Zelensky ha affermato che l'Ucraina non ha paura e non cederà nulla a nessuno. «Siamo sulla nostra terra e non abbiamo paura di niente e di nessuno, non dobbiamo niente a nessuno e non concederemo nulla a nessuno», ha aggiunto.
Le reazioni internazionali sono di condanna per la mossa di Putin. Il Segretario di Stato USA Antony Blinken parla di un “chiaro attacco” alla sovranità dell’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno deciso di imporre sanzioni contro i territori ribelli, vietando ai cittadini statunitensi qualsiasi nuovo investimento, commercio o finanziamento nella regione. A Londra il premier britannico Boris Johnson presiederà martedì una riunione del comitato di emergenza del governo per concordare un pacchetto significativo di sanzioni contro la Russia. Gi Stati Uniti chiederanno alla comunità internazionale e soprattutto all’Europa compattezza nell’imporre sanzioni a Mosca, ma non è scontato che ci sia unità d’intenti. I Paesi baltici e dell’Europa orientale sono certamente più determinati nella volontà di colpire la Russia con sanzioni drastiche, Germania e Francia restano più prudenti. La divisione fra gli alleati europei è un altro degli obiettivi di Putin.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione di emergenza in cui la Russia è stata accusata di aver violato il diritto internazionale.Lo stesso ambasciatore russo all'ONU ha accusato l'Ucraina di aggressione e ha insistito sul fatto che il paese è ancora aperto a una soluzione diplomatica. Il Segretario Generale dell’ONU Guteress considera la mossa di Putin una violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina, contraria ai principi delle Nazioni Unite.