Niente pane e niente sapone, Non date da mangiare ai migranti e ai rifugiati. Non fateli lavare. Così prima o poi se ne andranno. Lo chiede Natacha Bouchart, la sindaca di Calais, la città del nord della Francia dov'era sorta, nel corso del tempo, la cosiddetta “giungla”, un accampamento per rifugiati e migranti che era arrivato ad ospitare oltre 6.000 persone in condizioni precarie e pericolose.
La “giungla” è stata evacuata e smantellata alla fine dello scorso ottobre (ci sono voluti 170 autobus), ma ora la sindaca teme che si possa creare un nuovo accampamento, perciò chiede con una ordinanza di non fornire cibo ai migranti e ai rifugiati che in questo periodo frequentano la città.
Natacha Bouchart, 53 anni, sindaca di Calais dal 2008, fa parte del partito di centro destra “Les Républicains”, lo stesso dell’ex presidente Sarkozy e dell’attuale candidato alla presidenza (sia pure azzoppato dalle inchieste giudiziarie) François Fillon. Mercoledì la sindaca ha ricevuto a Calais il ministro dell’interno Bruno Le Roux. Il ministro ha concordato sul fatto che a Calais non deve sorgere un nuovo accampamento (“ci opporremo fermamente”, ha detto), tuttavia Le Roux ha precisato che “non impediremo la distribuzione dei pasti”. Ma la prima cittadina non è d’accordo.
Con la sua ordinanza, la sindaca si è messa in contrasto con le varie associazioni di volontari che si prendono cura dei migranti presenti a Calais. Vincent de Coninck, del Secours Catholique, dice. “Ci prenderemo le nostre responsabilità e sono stupefatto che un politico possa arrivare a vietare a dei bambini di lavarsi e di nutrirsi”. Gaël Monzy, dell’associazione Utopia 56, dice: “Continueremo a distribuire i pasti come facciamo da due mesi e per una semplice ragione: le persone hanno fame”. Da varie settimane il Comune di Calais tenta di impedire al Secours Catholique di installare delle docce per i migranti. Tra questi ci sono anche molti bambini. Il Secours Catholique ha denunciato la loro condizione in una lettera inviata il 28 febbraio al ministro dell’Interno e alla ministra per la casa. “Non potete continuare a far finta di niente”, hanno scritto i volontari cattolici.