Affondano le radici nei primi anni di vita e in particolare nelle carenze delle prime esperienze di relazione con le figure genitoriali molte delle problematiche emergenti oggi tra i bambini e i ragazzi sul piano della socialità. Ma anche in un approccio eccessivamente precoce e non corretto alle tecnologie digitali e in una mancanza di sostegno efficace alle madri e ai padri da parte delle istituzioni. Di questo e dell’importanza fondamentale di investire nei primi anni di vita attraverso buone pratiche quotidiane in micro contesti diffusi si parla sabato 14 ottobre a partire dalle ore 9 al Festival Fin da Piccoli, che torna finalmente in presenza a Venezia nella splendida Casa di The Human Safety Net in piazza San Marco.
L’evento, promosso dal Centro per la Salute del Bambino e rivolto a educatrici e educatori, insegnanti, operatrici e operatori sanitari e socioculturali e naturalmente anche ai genitori, è gratuito ed è organizzato in collaborazione con il Comune di Venezia. L’edizione 2023, dal titolo Come nasce la relazione, fin da piccoli, vede alternarsi le testimonianze di numerosi esperti nazionali e internazionali: Paola Milani, Professoressa Ordinaria di Pedagogia Sociale e Pedagogia delle Famiglie e Direttrice del Centro di Pedagogia e Psicologia dell’Infanzia dell’Università di Padova, Giorgio Tamburlini, pediatra e presidente del Centro per la Salute del Bambino, Monica Castagnetti, pedagogista e coordinatrice del Villaggio per Crescere di Milano, Mihaela Ionescu, Direttrice di ISSA-International Step by Step Association, Lynne Murray, Professoressa Emerita di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Reading (Regno Unito) e Co-direttrice del Mikhulu Trust, Peter Cooper, Professore Emerito di Psicopatologia all’Università di Reading (Regno Unito) e Co-direttore del Mikhulu Trust, un’organizzazione non-profit per lo sviluppo della prima infanzia.
«Il convegno è centrato sugli aspetti relativi alla socialità, cioè al vivere assieme e in particolare al vivere assieme bene in comunità dove la socialità è “buona”» spiega Giorgio Tamburlini, pediatra e presidente del Centro per la Salute del Bambino.
«Parte dal tentativo di analisi di quali sono le radici del comportamento sociale umano e prende spunto da ricerche di neuroscienziati e neuropiscologi alcuni anche presenti al convegno. Tutto questo ci insegna che le radici della socialità sono molto precoci, i bambini imparano il proprio comportamento sociale non tanto dai geni, anzi assai poco, ma dai costrutti sociali e dai comportamenti che si sono stratificati nel tempo tra le generazioni da millenni. Su questa base possiamo capire che se noi influiamo su questi comportamenti riusciamo a costruire delle basi di socialità empatia più buona che parte dalla comprensione dello stato d’animo altrui, dai bisogni altrui. Su questo il convegno discuterà a partire da esperienza come quelle della lettura condivisa fin dai primi mesi di vita che è un’esperienza che costruisce socialità buona sulla base di interazioni sensibili fra genitori e bambino e poi si spinge a considerare quali sono le dimensioni della socialità negli anni successivi e come questa possa essere interrotta e resa difficile da contesti problematici a cui le famiglie non riescono a fare fronte. E però anche qui dimostra come atteggiamenti dei servizi che puntino sulle risorse sociali, di socialità e di socialità dei genitori possano fare in modo che alcune situazioni vengano recuperate. Su questo in particolare si soffermeranno Paola Milani e Monica Castagnetti, mentre la prima parte più dedicata alle radici neurobiologiche e neuropsicoligiche della socialità sono affrontate da Lynne Murray e Peter Cooper due notissimi neuropscicologi dell’età evolutiva professori a Oxford e hanno lavorato a lungo anche nelle comunità del Sud Africa».
Nel pomeriggio, dalle 15 alle 16.30, sono benvenute le famiglie con bambini e bambine da 0 a 6 anni, che potranno scegliere tra quattro laboratori, rispettivamente dedicati alle letture condivise, alle attività sonore, all’ambiente e al gioco.