logo san paolo
lunedì 20 marzo 2023
 
 

La sostenibile efficacia del bene

22/10/2013  Il finanziamento del non profit deriva per il 72% da donazioni, ma solo il 10,5% proviene dal mondo delle imprese: se ne parla a Philantropy day.

Secondo l'Ipsos l'indice di credibilità delle organizzazioni non profit in Italia è tra i più alti, dietro solo al presidente della Repubblica, alla Scuola e al pari della Chiesa cattolica. È un dato determinante intorno al quale si sono succeduti i diversi interventi che hanno animato il convegno "L'efficacia del bene" promosso dalla Fondazione Lang Italia con la partecipazione straordinaria di Mario Morino, imprenditore di successo negli anni Ottanta nel settore dell'informatica e successivamente fondatore e presidente della Venture Philanthropy Partners e del Morino Institute, due autorità, ciascuna con le proprie peculiarità, nel campo di quella che in gergo viene definita come "Venture philanthropy". Proprio Morino, riportando alcuni esempi della sua esperienza ventennale, ha sottolineato come

«Dal 2000, mixando le migliori pratiche del venture capital con la cultura e gli obiettivi del non profit, abbiamo attivato direttamente 80 milioni di dollari, ricevuti da famiglie che cercavano un modo differente e migliore per aiutare soggetti svantaggiati, a cui si sono aggiunti 40 milioni di dollari provenienti da altri soggetti privati e dal Governo federale, sulla base di un principio semplice quanto chiaro: finanziare a partire dai risultati, non dalle attività». Quello che, per esempio, è accaduto con l'organizzazione Youth Villages: l'82% dei casi di ragazzi "difficili" presi in carico ha completato gli studi integrandosi nelle loro comunità di riferimento. Un tasso di successo altissimo che secondo Morino è stato il frutto di un'applicazione rigorosa delle sei regole fondamentali di questo approccio: alto grado di coinvolgimento, finanziamento su misura, sostegno pluriennale, sostegno non finanziario, sostegno alla crescita e misurazione delle performance.

Il dibattito è stato arricchito dal contributo dei dati forniti dall'istituto Ipsos: bene, l'indice di credibilità delle organizzazioni non profit in Italia è altissimo, secondo solo al presidente della Repubblica e alla Scuola, al pari della Chiesa cattolica. Una fiducia che, in questa logica, non può non essere considerata un valore da incrementare, organizzare e incanalare per far emergere i pregi e celare i difetti o, addirittura, trasformare i difetti in punti di forza. Il potenziale, infatti, c'è ma non deve rimanere fine a se stesso se è vero com'è vero che il finanziamento del non profit deriva per il 72% da donazioni, di cui il 46,5% da privati cittadini, il 20,7% dalle Fondazioni bancarie e solo il 10,5% dal mondo delle imprese. L’80% degli intervistati ritiene che i privati cittadini donino “per generosità”, mentre in questionari a risposta multipla il 57% pensa che le aziende donino “per contribuire al benessere di tutti”, con un 30% che pensa che lo facciano “perché hanno qualcosa da farsi perdonare” e un 61% che lo facciano “per farsi pubblicità”. Solo 1 italiano su 10 conosce in prima battuta il significato della parola filantropo, ma ancor meno sono coloro che, esemplificando il concetto, sono portati a individuarlo nelle aziende, mentre il 30% ritiene che si tratti prevalentemente di persone fisiche.

«Le imprese – sottolinea  Lucia Martina, Segretario Generale della Fondazione Lang Italia -, che ogni giorno conducono il loro business con successo, necessitano sempre più di strumenti per impostare con altrettanta efficacia la loro strategia di responsabilità sociale e di investimenti sul territorio. Oltre all'attività di advisory filantropico, che come Fondazione svolgiamo affiancando le imprese nel delineare la propria strategia di intervento solidale, siamo convinti dell'importanza di momenti di networking forti, come appunto il Philanthropy Day, per mettere a sistema le buone pratiche già attive e confrontarsi con gli scenari internazionali».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo