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martedì 10 settembre 2024
 
Al tempo del Coronavirus
 

L'avventura della fiorentina Ambra, resta bloccata in India e si mette a produrre mascherine per i poveri

19/05/2020  La sua storia inizia nell'Uttar Pradesh, a nord del Paese. Qui, insieme con l'associazione Learn for Life e alcune giovani sarte ha creato sistemi di protezione che verranno distribuiti ai poveri dai monaci

Ambra Schumacher, doveva essere una vacanza, ma la pandemia del nuovo Coronavirus la blocca in India
Ambra Schumacher, doveva essere una vacanza, ma la pandemia del nuovo Coronavirus la blocca in India

Doveva essere soltanto una vacanza, dopo un lungo e faticoso periodo di lavoro, da trascorrere in compagnia di amici, quella che ha spinto la giovane fiorentina Ambra Schumacher a partire lo scorso novembre per l’India. Nessuno avrebbe potuto prevedere  che da lì a poco, la vita delle persone, i ritmi dei mercati, della produzione industriale e dei trasporti, compreso quelli aerei, sarebbero stati stravolti dalla minaccia della pandemia di Covid-19, con i conseguenti “lockdown” in vari Paesi del mondo.

Come Ambra, altri circa 100 mila italiani si trovano ancora bloccati all’estero, ma la storia di questa ragazza fiorentina colpisce per qualcosa di eccezionale:  è riuscita a trasformare l’isolamento e l’angoscia creati dalla pandemia in solidarietà e aiuto concreto alla popolazione del luogo dove si trova costretta a rimanere, producendo mascherine (che in India scarseggiano) insieme alle donne del progetto di sartoria dell’associazione  “Learn for Life”,  per  distribuirle alla popolazione  con l’aiuto dei monaci della  “Hospital Ramakrishna Mission”, gestito da oltre cent’anni da monaci di diverse confessioni religiose, e che presta servizio a tantissimi poveri della regione dell’Uttar Pradesh, nel nord del Paese. La sua testimonianza ci spiega come l’angoscia e il dolore possono essere affrontati con le  mani, per trasformare la sofferenza in sollievo, con un gesto gratuito di amore verso gli altri.

L'interno della "sartoria delle mascherine" nata dal progetto dell’associazione  “Learn for Life”
L'interno della "sartoria delle mascherine" nata dal progetto dell’associazione  “Learn for Life”

“Questa storia  inizia  quasi sei mesi fa, quando sono arrivata a  Varanasi, la bellissima Città Sacra degli Indù, sulle sponde del fiume Gange. Ad aspettarmi c’erano i miei amici, Nicole Seregni e Michael Schmid, lei originaria di Milano e lui di Pforzheim (Germania) che da più di 10 anni vivono e lavorano a Varanasi,  nell’impresa sociale gestita da entrambi,  “Learn For Life Empowerment Project” (Progetto di Formazione per la Vita)". L'impresa si occupa della formazione scolastica gratuita di 140 bambini appartenenti alle fasce più povere della società, di un progetto professionale di formazione e avviamento al lavoro dei giovani di diverse religioni e caste, con la preparazione di prodotti da forno, la gestione di due panetterie, ristoranti, guest house e di un  laboratorio di sartoria, quest’ultimo per sole ragazze. Qui i bambini imparano con l’aiuto di altre insegnanti (anche queste donne),  il mestiere di sarte (che in India viene svolto prevalentemente da soli uomini). "E' insieme a loro che, dall’inizio della pandemia, abbiamo convertito la produzione degli abiti in quella di mascherine indispensabili per evitare  il contagio del Covid-19".

"Dopo il mio arrivo e poco prima della chiusura delle frontiere, in India, Nicole e Michael erano dovuti partiti per l’Africa dove sarebbero rimasti per pochi giorni, per partecipare ad  un incontro di lavoro,  ma anche loro sono rimasti bloccati lì mentre io mi trovo  qui a Varanasi. Le distanze, però, in questo momento, le abbiamo abbondantemente superate, e ci teniamo in contatto quotidiano per mandare avanti insieme ad altre persone il servizio di produzione del forno e della distribuzione di alimenti per tre mila cinquecento persone in condizioni di grande povertà. E così riusciamo a mantenere l’impegno dell’associazione nei confronti delle fasce più deboli della società, portando un poco di sostegno a chi ne ha bisogno, anche in questo periodo difficile e strano di confinamento".

Il racconto di Ambra prosegue: "Mentre aspetto  di poter tornare in Italia, cerco di rendermi utile agli altri, come tutti quanti qui, d’altronde, e ho la fortuna di ritrovarmi all’interno di questa realtà che opera da tanti anni per portare avanti una piccola rivoluzione qui a Varanasi, ossia quella di rendere  le persone più povere autosufficienti con un proprio mestiere e lavoro e nel contempo, sostenere con generi di prima necessità gli slum, chiamati anche “gli intoccabili”, i più poveri in assoluto. Qui in India la dimensione comunitaria e la solidarietà fanno parte della vita delle persone”. In India, che conta una popolazione di un miliardo e 350 milioni di persone,  ad oggi,  gli individui infettate da Covid-19 sono circa 30 mila e oltre mille decessi  sono stati registrati in tutto il Paese, ma la pandemia fa ancora più paura agli slum, già fortemente emarginati. Nel racconto di Ambra le parole del Mahatma Gandhi riprendono vita: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

 
 
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