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La storia della salvezza è una fetta della storia in generale?

29/09/2022  È la storia finita che è chiamata a far parte della storia infinita, cioè dell’economia della salvezza

Giuseppe mi scrive chiedendo: «Quando parliamo di “economia della salvezza” o “storia della salvezza” parliamo di tutta la storia? Cioè, tutta la storia dell’uomo è storia della salvezza o una storia speciale dentro la storia generale?». È una bella domanda quella di Giuseppe, e meriterebbe una risposta più dettagliata. Mi limito qui a dare qualche spunto e delle coordinate fondamentali per avanzare nella riflessione. Lo faccio partendo da un’espressione del Vaticano II che ci dona la nota giusta per avviare la riflessione: «La vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina».

Quest’espressione del Concilio, che vale anche al di là del suo contesto immediato, ci dà il carattere antropologico della riflessione e mi permette di darti una prima coordinata. La storia è legata alla nostra coscienza come esseri umani, alla nostra capacità di percepirla, di concepirla, di leggerla e – con la grazia di Dio – di trasfigurarla. Ora, il Concilio precisa l’argomento dicendoci: Dio non crea gli uomini per vivacchiare, ma nemmeno semplicemente per vivere realizzando qualche progetto a breve termine, e morire. «Siamo nati e non moriremo mai più» e i nostri progetti a breve termine hanno senso se non contraddicono, ma rientrano nella trama più grande dell’unico progetto che vale, quello della pienezza di vita con Dio. Già con questi elementi, potrei rispondere brevemente alla domanda di Giuseppe: non è tanto la storia della salvezza una parte della storia generale, quanto la storia una porzione chiamata a far parte del tutto dell’economia della salvezza. La storia finita è chiamata a entrare a far parte della storia infinita. Vivendo questo breve tempo, possiamo sparire come pula al vento o possiamo entrare nell’eternità di ciò che rimane. E cosa rimane? La Scrittura ci risponde: «manet caritas», «rimane l’amore». Questo significa che dobbiamo disprezzare la storia “normale”? Assolutamente no. Il Dio incarnato ci indica la strada della trasfigurazione della storia, di ogni piccolo gesto, di ogni piccola esperienza. Si tratta di amare la terra con il Cielo nel cuore o, meglio, di amare la terra con il cuore fisso in Cielo. Per riprendere il tema con le parole che hai usato: vivere la storia umana con la coscienza che tutto può diventare storia di salvezza, tutto ha senso se è una storia di salvezza e d’amore.

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