Le prove Karol Wojtyla le aveva fatte in campeggio sui Laghi Mansuri e in canoa sui fiumi della Polonia. Gmg ante litteram.
Se si guarda indietro, ora che sono quasi 30 anni, si squaderna
un’esperienza di Pastorale giovanile che aveva bisogno di qualcuno che
raccogliesse una domanda e insieme una sfida: riunirsi da tutto il
mondo, davanti a tutto il mondo. Wojtyla lo scrive in uno dei suoi libri
Varcare la soglia della speranza: «Nessuno ha inventato le
Giornate mondiali dei giovani. Furono proprio loro a crearle». I giovani
hanno passato il testimone a Joseph Ratzinger e ora lo consegnano a
Francesco.
C’è una data ufficiale all’inizio, il 22 aprile 1984, Domenica
delle Palme, 250 mila giovani di tutto il mondo stipatissimi in piazza
San Pietro per celebrare insieme al Papa l’Anno santo della redenzione.
Wojtyla ai giovani aveva dedicato una delle prime frasi. Il 22 ottobre
1978 disse: «Voi siete l’avvenire del mondo, la speranza della Chiesa.
Voi siete la mia speranza». Sta qui la tessitura della pastorale
giovanile di Giovanni Paolo II. Il 31 marzo 1985, Domenica delle Palme,
papa Wojtyla dedica ai giovani, riuniti a San Pietro per l’Anno
internazionale della gioventù, la lettera apostolica Dilecti amici.
Chiede di essere «sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi
ragione della speranza che è in voi». E dà appuntamento per l’anno
successivo,sempre in piazza San Pietro.
Forse è in quel giorno che matura nel Papa l’idea di una Gmg. Ma
non inventa, raccoglie un grido, l’eco della ricerca della fede di
tanti giovani. La prima si svolge nel 1986, ancora la Domenica
delle Palme,ma si celebra in ogni diocesi. Così avverrà sempre, un
contrappunto di eventi mondiali e giornate diocesane.Nel 1987, il primo
appuntamento mondiale è organizzato a Buenos Aires. Bergoglio è ancora
un padre gesuita. Wojtyla ai giovani spiega che loro sono lì, chiamati
per imparare a «costruire ponti di fraternità e speranza tra i
continenti e farsi pellegrini per le strade del mondo». L’America Latina
soffre di dittature edi memorie tragiche troppo vicine. Alle nuove
generazioni Giovanni Paolo II dice:«Cristo, la Chiesa, il mondo
aspettano la testimonianza delle vostre vite».
È la prima consegna. Varrà
per sempre. Da quell’anno le lezioni ai giovani di Wojtyla, e poi
quelle di Ratzinger, stupiranno il mondo. Passano due anni e si
torna nella vecchia Europa. La Gmg fa tappa a Santiago di Compostela,
emblema di ogni pellegrinaggio. Nel 1991si ferma a Czestochowa,
nell’Europa nuova dopo la caduta del Muro di Berlino.Il Papa parla
dell’Europa e prega affinché«cerchi l’unità, ritornando alle proprie
radici cristiane». Nel 1993 Denver, sotto i grattacieli americani, dove
la tentazione è fare a meno di Dio.Quindi l’Asia, d’inverno, a
Manila,nel 1995, 5 milioni di persone, la più grande Messa mai celebrata
da Wojtyla. Nel 1997 è la laicissima Francia a meravigliarsi. L
a più memorabile resta la Gmg di Roma, anno del Giubileo del Duemila. Wojtyla
non sta bene, gli occhi brillano di lacrime. I giovani lo abbracciano e
lui dice: «Grazie a Dio per il cammino delle Giornate mondiali della
gioventù». Dà appuntamento a tutti a Toronto.Sarà la più difficile, poca
gente, la pauradell’11 settembre. Giovanni Paolo II replica a i profeti
di sventura: «Nessuna difficoltà,nessuna paura è così grande da poter
soffocare completamente la speranza che zampilla eterna nel cuore dei
giovani».
Karol muore a Roma nel 2005. E i suoi giovani si radunano nella notte
del primo aprile sotto le sue finestre a cantare e a pregare, una Gmg
“corsara”,convocata per sms, la più struggente.Poi arrivano le lezioni
di Ratzinger:Colonia e Sidney, Benedetto che affronta anche la questione
degli abusi sessuali,che scongiura i giovani a non lasciarsi fuorviare
da chi vuole fare diventare“irrilevante” Dio. Madrid resta nel ricordo
per via della pioggia, il Papa fradicio perché neppure l’ombrello regge
la furia del temporale. La lezione dell’anziano teologo tedesco sigilla
con le parole una storia che adesso riparte da Bergoglio.
Le
prende a prestito dal Parmenide, il più difficile del Dialoghi di
Platone e le inchioda sulla Croce della Gmg: «Cerca la verità mentre sei
giovane, perché se non lo farai poi ti scapperà dalle mani».