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venerdì 11 ottobre 2024
 
LA SCHEDA
 

La strada, il film di Fellini che piace a Francesco

16/06/2016  Il Papa lo ha citato agli uomini e donne dello spettacolo viaggiante: «Quando suonavano quella bella musica del film “La strada”, io ho pensato a quella ragazza che, con la sua umiltà, il suo lavoro itinerante del bello, è riuscita ad ammorbidire il cuore duro di un uomo che aveva dimenticato come si piange. E lei non lo ha saputo, ma ha seminato!»

Ha 62 anni, ma continua ad emozionare. La strada, il film citato oggi da papa Francesco, è stato realizzato da Federico Fellini nel 1954. Alla sceneggiatura lavorarono, oltre al regista, Tullio Pinelli e, come collaboratore, uno scrittore di razza come Ennio Flaiano, che curò anche i dialoghi. Nel cast figurano l'amata Giulietta Masina, nel ruolo di Gelsomina Di Costanzo; Anthony Quinn in quello di Zampanò; Richard Baserhart nella parte del matto; Aldo Silvani nei panni del signor Giraffa; Marcella Rovere a interpretare la vedova; Livia Venturini è la suora; Mario Passante è l'oste; Yami Kamedeva la prostituta; Anna Primula la mamma di Gelsomina.

Così il sito Federicofellini.it descrive la trama: «Uomo di natura violenta, Zampanò si esibisce nelle piazze e nelle fiere di paese come mangiatore di fuoco. Da una povera contadina carica di figli compra per diecimila lire Gelsomina, una ragazza ingenua e ignorante, per usarla come spalla nei suoi spettacoli. Diventata a forza la sua amante, Gelsomina, creatura sensibile, tenta invano di fuggire da lui che la maltratta continuamente. Finiti in un circo, Gelsomina conosce il Matto, strana figura di equilibrista girovago mite e gentile che non perde occasione per deridere e umiliare Zampanò. Questi, in un litigio, involontariamente lo uccide. La tragedia fa uscire del tutto di senno Gelsomina, turbata giorno e notte dal ricordo del Matto. Zampanò allora l'abbandona, continuando la sua vita di vagabondo e temendo di essere scoperto e arrestato. Alcuni anni dopo scopre per caso che Gelsomina è morta, e improvvisamente prende coscienza della sua solitudine: abbandonato da tutti piange su una spiaggia deserta».

Lo stesso Fellini commentò il suo film, nel 1980, con queste parole: «Credo che il film l’ho fatto perché mi sono innamorato di quella bambina-vecchina un po’ matta e un po’ santa, di quell’arruffato, buffo, sgraziato e tenerissimo clown che ho chiamato Gelsomina e che ancora oggi riesce a farmi ingobbire di malinconia quando sento il motivo della sua tromba».

Un film sulla purezza, sull'innocenza, sulla cattiveria, sull'infanzia. Non a caso è stato portato ad esempio da Jorge Mario Bergoglio durante l'incontro con circa 7 mila tra circensi, giostrai, domatori, artisti di strada, madonnari. «Voi non potere immaginare il bene che fate: un bene che si semina», ha detto il Papa. «Quando suonavano quella bella musica del film “La strada”, io ho pensato a quella ragazza che, con la sua umiltà, il suo lavoro itinerante del bello, è riuscita ad ammorbidire il cuore duro di un uomo che aveva dimenticato come si piange. E lei non lo ha saputo, ma ha seminato! Voi seminate questo seme: semi che fanno tanto bene a tanta gente che voi, forse, mai conoscerete… Ma siate sicuri: voi fate queste cose. E grazie di questo, grazie!»

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