L'ultima vittima di chiama Marianna, 9 anni, morta di leucemia. Don Maurizio Patriciello ne celebra i funerali il 27 settembre, il giorno prima della visita di Giorgio Napolitano a Napoli. Poi corre dal Presidente per spiegargli la situazione della Terra dei fuochi, il territorio tra Caserta e Napoli che brucia di rifiuti e illegalità. Per anni, con la complicità di camorra, parte della politica e delle stesse istituzioni, le industrie del Nord hanno sversato, interrato, nascosto alla meno peggio i loro rifiuti tossici che ora stanno avvelenando l'aria, l'acqua, la terra. Producendo morte e allontanando qualunque possibilità di sviluppo.
Consegnando nelle mani di Napolitano le cartoline delle mamme che hanno perso i figli per tumori e leucemie, don Patriciello ha anche ricordato il recente ritrovamento di 60 fusti di rifiuti industriali. "Emanavano odore di morte", ha spiegato il parroco di Caivano, "è stato come assistere alla riesumazione di cadaveri dalle Foibe o dalle Fosse Ardeatine".
Anche i bambini e i ragazzi si sono fatti sentire con un lungo corteo che ha sfilato per le strade di Napoli per far giungere la loro protesta fino all'attenzione del presidente della Repubblica. I ragazzi hanno chiesto, a gran voce, di poter vivere, di poter avere un futuro, di far tornare le loro terre fertili e sane.
Per questo servono risorse che la politica deve mettere a disposizione, ma occorre anche bloccare il traffico di rifiuti dal Nord al Sud. Sembra infatti che, dopo che i riflettori si sono accesi nella zona di Caivano, i camion con i loro carichi di veleno non hanno smesso di arrivare. Hanno solo cambiato rotta.