Fino agli anni '50 la cardiochirurgia era una disciplina praticamente sconosciuta in Italia. Uno dei pionieri fu Angelo Actis Dato che con altri formidabili medici guidati da Achille Mario Dogliotti formò un équipe all'ospedale Molinette di Torino all'avanguardia nel mondo, salvando migliaia di vite, tra cui tantissimi bambini e brevettando invenzioni rivoluzionarie come il cuore artificiale.
Alla loro storia è ispirata la fiction Cuori, in onda dal 17 ottobre su Rai 1. con Daniele Pecci, Matteo Martari e Pilar Fogliati (nella foto a lato). Proprio a Torino abbiamo incontrato suo figlio Guglielmo che fa lo stesso mestiere del padre. Il dottor Guglielmo ha partecipato alla fiction come consulente e fornendo prezioso materiale d’epoca appartenuto a lui. Ci racconta come suo padre riuscì a diventare un luminare della cardiochirurgia «Dopo la laurea, con un altro giovane medico come lui, Pier Federico Angelino, andò a perfezionare i suoi studi a Parigi. Allora la cardiochirurgia in Italia praticamente non esisteva e loro due furono i primi a realizzare cateterismi cardiaci su bambini affetti da un difetto congenito conosciuto come “morbo blu”. Sull’onda di questi successi, Achille Dogliotti, un luminare della chirurgia, li volle come suoi assistenti in sala operatoria. Così nacque l’équipe protagonista della fiction. Un’équipe che operò nel primo reparto di cardiochirurgia aperto in Italia alle Molinette di Torino: 94 posti letto in un intero piano d’ospedale».
Torino in quegli anni ruotava attorno alla Fiat. Giocò un ruolo anche in questa storia?
«La Fiat finanziò tutto. Fece un figurone, ma aveva il suo interesse a farlo. Quasi tutta la sua forza lavoro proveniva dal Sud, dove le malattie cardiache, soprattutto quelle congenite, erano molto diffuse e incurabili. La mortalità infantile era dunque molto elevata. I pazienti arrivavano alle Molinette dove venivano esaminati con le più moderne tecnologie mediche e, quando era necessario, operati. La media era di 1.000 operazioni all’anno, che per quel periodo era elevatissima».
LA SERIE
La medicina vive negli anni ‘60 una stagione di grande fervore. Lasciati ormai definitivamente alle spalle gli echi della seconda guerra mondiale, si diffonde la sensazione di poter cambiare il corso della vita umana sconfiggendo malattie fino a quel momento incurabili. Fra tutte le discipline la parabola della cardiologia è la più significativa ed emozionante. La conoscenza biologica del cuore è frutto di un percorso lunghissimo, ma è solo in quel decennio che si è sperimentato e scoperto il funzionamento di questo organo tanto a lungo rimasto misterioso. Ecco allora che i medici diventano vere e proprie star seguite dai rotocalchi. È il caso del chirurgo sudafricano Christian Barnard che il 3 dicembre 1967 esegue il primo trapianto di cuore al mondo. Il suo è un risultato straordinario frutto di una ricerca che inizia alla fine degli anni ‘50 e infiamma il panorama mondiale per quasi un decennio coinvolgendo anche l’Italia. Alle “Molinette” di Torino, Achille Mario Dogliotti è il primo al mondo a perfezionare, anche grazie al sostegno della Fiat, l’applicazione della macchina cuore-polmone per la circolazione extracorporea. Mentre è un suo allievo, Angelo Actis Dato, in collaborazione con l’ingegner Roberto Bosio, a depositare uno dei primi brevetti al mondo di cuore artificiale.
Grandi personalità, vite vissute pienamente, interventi estenuanti, la costante lotta per strappare piccoli frammenti di conoscenza da donare all’umanità. I personaggi di Cuori sono ispirati a questi leggendari pionieri, ai loro ideali e alla loro sconfinata passione per la scienza medica. Fra lotte di potere, emergenze notturne, triangoli d’amore, amicizie appena ritrovate e subito in crisi, nelle mani di questi medici ci sono la vita e la morte dei pazienti e la possibilità di scrivere una nuova pagina di storia della medicina. Ma se è possibile riparare le anomalie del muscolo cardiaco, è quasi impossibile risolvere l’enigma del proprio cuore.
La serie è stata realizzata prevalentemente nei teatri Lumiq a Torino. Su una superficie di 2000 metri quadrati sono stati ricostruiti tutti gli ambienti delle “Molinette”, l’atrio dell’ospedale, l’ingresso del reparto, le corsie, i corridoi, con tanto di ascensore “a gabbia” funzionante, ma anche l’incredibile sala operatoria, comprensiva di piano rialzato e cupola panoramica, che con la sua aura quasi sacrale, è il teatro di alcune delle scene più emozionanti della serie, là dove i nostri eroi danno prova del loro talento. Questo colossale sforzo costruttivo è stato valorizzato dalla selezione di arredamenti e di strumenti medici originali dell’epoca. Tutto è stato restaurato e ripristinato per poter funzionare veramente. Preziose sono state sul set la consulenza del professore Guglielmo Actis Dato, cardiochirurgo e figlio di quell’Angelo Actis Dato a cui una parte del nostro racconto si ispira, e la memoria storica di Gino Lavista, giovanissimo perfusionista, addetto, negli anni ’60, al funzionamento dei macchinari della sala operatoria del professor Dogliotti.
I PERSONAGGI
Cesare Corvara
Conosciuto e apprezzato dai colleghi di tutto il mondo, ha avuto la grande idea di fondare il primo reparto italiano interamente dedicato alla cardiochirurgia. Uomo straordinario, abbina all’indubbio talento nella chirurgia, la grande capacità politica di conquistare la fiducia degli altri e una visione grandiosa in anticipo sui tempi. Da alcuni anni insegue il sogno di sostituire un cuore malato con un cuore nuovo. Vuole essere il primo al mondo a eseguire il trapianto. Un traguardo che sembra irrealizzabile, pari a quello di mettere piede sulla Luna, ma che Cesare Corvara persegue con la caparbia e l’indomita passione che lo hanno condotto fin qui. Dopo la morte della moglie non ha fatto che lavorare trascurando anche la sua unica figlia, ma forse ha conosciuto qualcuno che torna a fargli battere il cuore.
Alberto Ferraris
Alberto è un giovane e talentuoso cardiochirurgo. Alla impressionante velocità di esecuzione abbina la capacità di individuare strade là dove gli altri vedono solo vicoli ciechi. Anche lui incarna perfettamente lo spirito del suo tempo in cui pratica medica e ricerca scientifica sono due elementi indissolubili. Ed è per questo che coltiva insieme al suo maestro il grande sogno del trapianto. Non è solo la gratificazione della gloria a spingerlo, ma soprattutto l’idea di poter dare un contributo decisivo alla battaglia contro la morte. Ogni giorno la sfida di Alberto è quella di forzare il limite. Soprattutto dopo aver visto morire suo padre quando era solo un ragazzo. In quel momento Corvara lo ha preso sotto la sua ala protettiva e ne ha seguito gli studi e la formazione mandandolo a studiare a Stoccolma.
Delia Brunello
Delia è una brillante cardiologa, forse la prima in Italia. Sicuramente la prima studentessa che per meriti accademici ha vinto una borsa di studio per specializzarsi negli Stati Uniti, a Houston, dove la cardiologia e la cardiochirurgia sono nate. In un momento in cui la medicina è una faccenda da uomini - le donne sono troppo emotive e per questo inaffidabili - lei si impone come un talento cristallino. Delia ha una peculiarità: ha quello che è chiamato “orecchio assoluto”, ovvero la capacità di riconoscere una nota senza bisogno di alcun supporto esterno. Questa dote, unita alla sua preparazione e a una dose di intuito femminile, la rendono una diagnosta formidabile.
Enrico Mosca
Il dottor Enrico Mosca è il capo-chirurgo dell’ospedale Molinette. È un medico estremamente preparato e rigoroso. Aiuta Cesare Corvara a guidare il reparto con efficienza e quel pizzico di rigidità che ritiene utile per mantenere ordine e disciplina. Questa carica è frutto di una lunga gavetta ed è seriamente intenzionato a proseguire nell’ascesa. Proviene infatti da un’umile famiglia di contadini e forse tutti i suoi sforzi non sarebbero bastati se non avesse conosciuto l’aristocratica Elvira De Bellis, che l’ha introdotto negli ambienti che contano. E a contatto con quell’ambiente altolocato Mosca ha iniziato a vergognarsi delle proprie origini; anche se intimamente non hai mai smesso di sentire la voce di quel bambino cresciuto all’ombra di una porcilaia che si incantava a guardare le stelle.
Virginia Corvara
Virginia è la figlia ventenne di Cesare Corvara. Bella, ribelle, viziata senza rendersi conto di esserlo. Ha sofferto molto per la morte della madre quando era ancora una bambina. Cesare per lei è un padre troppo distante, irraggiungibile, troppo preso dall’ospedale, dai pazienti, dagli interventi, dalla ricerca. Per lei che non avrebbe voluto che sentirsi amata, il rapporto con Cesare è decisamente conflittuale. Perché in fondo lo ammira e vorrebbe essere come lui anche se ancora non lo sa. Crede di essersi iscritta alla facoltà di Medicina, perché costretta a seguire le sue orme, invece ha tutti gli strumenti per diventare un grande medico. Deve solo imparare ad ascoltare il suo cuore e smettere di sbattere capricciosamente i piedi.
Fausto Alfieri
Fausto è lo specializzando del reparto. Serio e appassionato, sa bene di essere un privilegiato a lavorare accanto a medici del calibro di Cesare e Alberto, anche perché proviene da un mondo agli antipodi di quello del primario e soprattutto di sua figlia Virginia. Fausto è figlio di operai e non dimentica i sacrifici che i suoi genitori hanno fatto per permettergli di studiare. Così di nascosto da tutti, anche se il regolamento dell’ospedale lo vieta, una volta a settimana si reca nella fabbrica dove lavora il padre e si mette a disposizione degli operai che vogliono un controllo.
Ferruccio Bonomo
Ferruccio è uno degli anestesisti del reparto. È una simpatica canaglia: intelligente, ironico e soprattutto un grande dongiovanni. A volte si ha quasi l’impressione che abbia deciso di fare il medico per poterci provare con tutte le infermiere. E il punto è che ha quasi sempre successo. Quel mix di scanzonata ironia e sicurezza, data anche dall’abitudine a prendere decisioni importanti in sala operatoria, si rivela sempre vincente. Ferruccio però non si fa scrupoli a illudere le proprie vittime. E quando una donna gli cede le sue grazie e magari inizia a fantasticare su una vita assieme, lui diventa più sfuggente di un’anguilla. Ma forse è arrivato il momento di mettere la testa a posto.
Suor Fiorenza
È la colonna portante del reparto: gestisce, controlla, dispone. È la roccia su cui Cesare Corvara può contare e lei stessa nutre un’altissima stima del primario. Tanto da sospendere il giudizio su una questione spinosa per una religiosa come lei come il trapianto di cuore, verso il quale adotta un approccio molto pragmatico: se permette di salvare vite umane non può essere sbagliato. Certo l’arrivo della nuova cardiologa, con le sue minigonne, ha fatto sorgere più di un dubbio in suor Fiorenza sulla capacità di giudizio di Corvara, tanto che inizialmente impegna le consorelle in ferventi sessioni di preghiera. Ma il tutto dura giusto il tempo di conoscere meglio Delia, il suo talento e la sua bontà d’animo.
Serenella Rinaldi
Serenella è un’infermiera ferrista altamente specializzata. Non è stato facile arrivare fin lì, la sala operatoria è ancora il regno delle suore cappellone. È tanto professionale sul lavoro quanto vivace e passionale nella vita privata. Sembrerebbe avviata su un percorso ormai certo, fidanzata con un ragazzo serio con cui ha già iniziato a pianificare il futuro, ma forse è proprio la paura di impegnarsi che la porta a cedere alle attenzioni di Ferruccio.
Agata Vezzani
Agata lavora come infermiera in un ospizio sperduto nella campagna piemontese, Ha un figlio, Paolo, che è costretta a crescere da sola dopo che il marito è morto improvvisamente per un problema al cuore. Quando anche suo figlio ha una piccola crisi cardiaca, decide di rivolgersi all’ospedale “Molinette”. È qui che in seguito a un incidente che la vede protagonista sul campo come infermiera, rivela la sua bravura tanto che suor Fiorenza decide di farla assumere.
Luisa Ferraris
È la sorella di Alberto, più giovane di lui di qualche anno. Luisa non ha avuto una vita facile. Poco più che bambina, è stata la causa involontaria dell’incidente in cui suo padre, Mario Ferraris, perse la vita durante una gita in montagna. Un’esperienza traumatica che per Alberto è diventata la fonte della passione per la medicina, mentre a lei ha lasciato un profondo senso di colpa, una grande fragilità e un fortissimo attaccamento nei confronti del fratello. Senza di lui non avrebbe saputo cosa fare quando è rimasta incinta e il padre del bambino l’ha abbandonata. Ora vivono in due appartamenti vicini e Alberto è come un padre per il piccolo Mario. Luisa continua metaforicamente a camminare su quel ciglio e ogni minimo imprevisto rischia di destabilizzarla.
Karen
Karen è svedese e fa la hostess, è una donna moderna, indipendente, ama il proprio lavoro che le permette di viaggiare senza mai doversi fermare. Ama sentire l’aria che scorre attorno alla fusoliera e sostiene il volo, le dà una sorta di vertigine. Un po’ come quella che ha provato quando ha conosciuto Alberto. All’inizio era poco più di una frequentazione occasionale ma piano piano, incontro dopo incontro, Karen ha sviluppato per Alberto un affetto profondo. Quando lui torna in Italia per lavorare al fianco di Cesare, Karen decide di non arrendersi a ciò che sembra inevitabile. Chi meglio di una hostess può sapere che il mondo sta diventando sempre più piccolo? Così la relazione procede, senza nemmeno troppi contraccolpi.
Eva Pellegrini
Eva è una ginecologa che lavora all’ospedale “Molinette”. È amica di Delia sin dai tempi dell’università e conosce tutto di lei. Inclusa la storia con Alberto. Ovviamente conosce la versione di Delia e non ha mai sospettato che la verità potesse essere un’altra. Ritrovare Delia in ospedale dopo tanto tempo, per lei è una gioia. Le ginecologhe non sono creature mitologiche come le cardiologhe, ma non è comunque facile doversi confrontare con un ambiente tradizionalmente maschilista.
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