Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 21 aprile 2025
 
Film
 

Unbroken: la vera storia dell'olimpionico che fu prigioniero dei giapponesi

04/05/2017  Il film "Unbroken" diretto da Angelina Jolie, narra le vicende dell'atleta americano Louis Zamperini: partecipo' alle Olimpiadi di Berlino, poi si arruolò nell'aviazione, precipitò con il suo aereo nell'oceano dove sopravvisse per 47 giorni e infine visse due durissimi anni nelle prigioni giapponesi subendo torture e umiliazioni. Nel dopoguerra, riscoperta la fede, incontrò e perdonò il suoi aguzzini.

Angelina Jolie ha voluto mettersi dietro la macchina da presa per raccontare in Unbroken ( sulla sceneggiatura di Joel e Ethan Coen) l’incredibile vicenda di un giovane italo-americano che ha vissuto numerose traversie prima e durante la seconda guerra mondiale.  Il film, che va in onda stasera 4 maggio su Rete 4,  è ispirato alla biografia di  Louis Zamperini,  Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio scritta nel 2010 da Laura Hillenbrand,

Louis era nato a Olean (Stati Uniti) nel 1917  figlio di Anthony e Louise,  immigrati italiani da Castelletto di Brenzone (Verona), che si erano imbarcati ad Anversa, ed erano giunti a Ellis Island a bordo del Finland nel 1903. Trasferitosi con il resto della famiglia a Torrance, in California, nel 1919, frequenta la Torrance High School tra varie difficoltà: Louis, come i suoi familiari, non parlava l'inglese, e per questo era vittima di bullismo. Ebbe un’infanzia e un’adolescenza molto turbolente, ha iniziato a fumare a 5 anni e a bere a 8 anni, fino a quando non si è innamorato della corsa grazie al fratello Pete. 
Nel 1934, Zamperini stabilì il record mondiale interscolastico del miglio  e poi partecipò al campionato CIF California State vincendolo e ottenendo così una borsa di studio per la University of Southern California. Nel 1936, Zamperini decise di provare a qualificarsi per le Olimpiadi di Berlino partecipando ai Trials. Gli atleti dovevano pagarsi da soli viaggio e spese: per il viaggio gli andò bene perché suo padre lavorava nella ferrovia ed ebbe i biglietti gratis,. Per le spese ci fu una colletta dei commercianti della sua città
Nella finale olimpica arrivò solo ottavo ma ottenne il record di velocità nell’ultimo giro che percorse in soli 56 secondi, e si meritò l’ammirazione di Hitler che volle stringergli la mano. Al ritorno della spedizione in Germania era ingrassato di cinque chili, perché come si legge nella sua biografia, non riusciva a resistere davanti a tutto quel cibo gratis e riusciva a mangiare anche sette fette di torta a colazione più abbondanti porzioni di uova e bacon.
 

Nel 1940, svanito il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo, cancellate a causa del secondo conflitto mondiale, fu arruolato come bombardiere nell'aviazione. Nel 1943 in un incidente aereo precipitò nell'Oceano Pacifico col suo B-24. Degli 11 uomini dell’equipaggio sopravvissero solo in tre: Louis,  Russel Allen Phillips e Francis McNamara. A bordo di una zattera gonfiabile dovettero affrontare le tempeste e la fame: si nutrivano solo di pesce crudo catturato usando come esche degli albatros. Il 34° giorno Mcnamara morì, gli altri due resistettero per 47 giorni, fino ad sbarcare su una delle isole Marshall dove furono catturati dalla marina giapponese e deportati in una prigione militare comandata dal feroce sergente Watanabe soprannominato dai prigionieri l’uccello che lo sottopose a numerose umiliazioni e torture. Il sergente poi lasciò il campo, ma per ironia della sorte quando i prigionieri dovettero lasciare il campo dopo un bombardamento dell’aviazione americana, ritrovo il suo carnefice in un’altra prigione. Dopo due anni di prigionia  fece  ritorno in patria al termine del conflitto, accolto come un eroe. Nel 1946, esattamente il 7 dicembre, in occasione del quinto anniversario dell'attacco di Pearl Harbor, l'aeroporto di Torrance viene rinominato Zamperini Field in suo onore. Si sposò e ebbe due figli, e con l'aiuto della moglie si avvicinò alla fede cristiana evangelica, e nel giro di breve tempo diventò un portavoce della parola di Cristo: uno dei suoi temi preferiti è quello del perdono, al punto che decide di fare visita a molti dei soldati che lo tenevano prigioniero durante la guerra per dimostrare loro di averli perdonati recandosi nel 1950 in Giappone per abbracciare ognuno dei suoi antichi aguzzini.
Tornò a Tokyo nel 1997, all'età di 80 anni, e portò per un tratto la torcia olimpica in occasione dei Giochi olimpici invernali di Nagano 1998. In quell’occasione tenta di incontrare il suo più terribile aguzzino, Mutsuhiro Watanabe, ma quest'ultimo si rifiuta di vederlo. "The Bird" morì nell'aprile del 2003, senza chiedere perdono: "Non obbedivo a degli ordini.  Obbedendo ai miei sentimenti trattavo i prigionieri da nemici del Giappone" dichiarò alla Cbs, che lo aveva stanato a Tokyo in quel 1998. Nel 2005 Louis visita  lo Stadio Olimpico di Berlino dove aveva corso circa settanta anni prima. Mor' il 2 luglio del 2014 a Los Angeles a causa di una polmonite. Aveva 97 anni.
 

Una scena del film Unbroken
Una scena del film Unbroken

Multimedia
Louis Zamperini, una vita da leggenda
Correlati
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo