ELENA C. - Non c’è scritto nella Bibbia che Maria è rimasta vergine. Per me è irrilevante che lo fosse ed è sbagliato pensare che non avesse rapporti sessuali con Giuseppe, perché si dà una connotazione negativa del sesso.
La Chiesa crede nella verginità di Maria prima, durante e dopo il parto e fonda la sua fede sulle Scritture sante, nelle quali si descrive, nell’episodio dell’annunciazione, lo stupore di Maria, che esprime il suo dubbio circa la possibilità di concepire un figlio senza il concorso di un uomo: «“Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “[…] nulla è impossibile a Dio”» (Lc 1,34-37). Ma dobbiamo tener presente che la verginità non consiste innanzitutto nell’integrità fisica, ma esprime la totale appartenenza di Maria a Dio e alla sua volontà e la sua integra fedeltà al figlio. È fecondo il suo “abbandono”. In tutto questo non si dà alcuna precomprensione negativa della sessualità, come purtroppo spesso è accaduto, perché l’unione dell’uomo e della donna, quando esprime un amore autentico, è segno dell’amore di Dio. Il concepimento verginale di Gesù sta a significare che, nella sua incarnazione, siamo di fronte all’irruzione del soprannaturale nella storia e nella natura, all’infondersi del divino nell’umano in maniera unica e fondamentale per il raggiungimento del fine per cui siamo stati creati: la partecipazione alla vita divina.