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venerdì 20 settembre 2024
 
Medio Oriente
 

La visita in Arabia Saudita del patriarca del Libano

13/11/2017  Il cardinale Bechara Rai discuterà del dialogo interreligioso e della lotta all'estremismo in un momento delicato sia per il regno saudita che per il Libano. Previsto un incontro fra il porporato e il presidente libanese dimissionario Hariri

Il primo ministro libanese dimissionario Saad Hariri con il re Salman dell'Arabia Saudita
Il primo ministro libanese dimissionario Saad Hariri con il re Salman dell'Arabia Saudita

Avviene in un momento cruciale la visita che Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï, Patriarca maronita e cardinale della Chiesa cattolica romana compie da oggi in Arabia Saudita. Il momento è critico sia per l’Arabia Saudita che per il Libano.

Il 4 novembre scorso il primo ministro libanese Saad Hariri, 47 anni, musulmano sunnita, ha annunciato a sorpresa le sue dimissioni con un comunicato dall’Arabia Saudita. Hariri aveva formato un governo di unità nazionale solo 11 mesi prima e ha motivato le sue dimissioni accusando l’Iran e la milizia sciita Hezbollah (forza politica in Libano) di fomentare l’instabilità politica del Libano. Hariri ha aggiunto di sentirsi in pericolo di morte e teme di fare la fine di suo padre Rafiq, ucciso a Beirut da un’ autobomba nel 2005.

L'annuncio di Hariri ha creato sconcerto per diversi motivi. Nessuno se lo aspettava. È avvenuto in uno stato estero. Ha coinciso con l’annuncio di clamorosi arresti nella nomenklatura saudita in seguito a una “purga” anti corruzione manovrata dal principe ereditario Mohamed Bin Salman. È successo negli stessi giorni in cui si accresceva la tensione in Yemen, dove l’Arabia Saudita combatte da 2 anni e mezzo una guerra che la oppone ai ribelli Houthi, appoggiati dall’Iran.

Insomma, il gesto di Hariri è stato come un fiammifero acceso in una polveriera. Il presidente libanese Michel Aoun l’ha presa molto male e ha sollecitato Hariri a rientrare. Molti si sono chiesti se il premier dimissionario non sia ostaggio dei sauditi, ma Hariri nei giorni scorsi è stato anche negli Emirati Arabi Uniti e, in un discorso televisivo nella serata del 12 novembre, ha promesso che tornerò presto in Libano, senza tuttavia indicare una data.

Sulle reali intenzioni di Hariri forse potrà dire qualcosa proprio il Patriarca, che avrà modo di incontrarlo durante la sua visita in Arabia Saudita. Il portavoce del Patriarcato ha sottolineato che l’azione del Patriarca andrà di pari passo con quella del presidente Aoun, al fine di mantenere l’unità nazionale e risparmiare al Paese ulteriori crisi.  L’incontro fra il cardinale e Hariri dà un carattere politico ad una visita che sarà concentrata soprattutto sui temi del dialogo interreligioso e del rifiuto del terrorismo e dell’estremismo.

La visita avviene in un momento in cui il principe ereditario Mohamed Bin Salman, 32 anni, l’uomo forte in questo momento a Ryad, sta cercando di ridimensionare il ruolo del potere religioso in Arabia Saudita. In una recente conferenza a Ryad, il principe ha dichiarato che il regno saudita ha bisogno “di un Islam moderato ed equilibrato, aperto al mondo, a tutte le religioni, a tutti i popoli e tradizioni”. Diversi esponenti del clero sunnita wahabita sono stati costretti al silenzio, altri sarebbero stati arrestati. Lo scorso hanno il governo ha anche tolto il potere di compiere arresti alla polizia religiosa. Sono segnali di apertura che il cardinale Raï avrà modo di verificare in questi giorni.

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