Come sempre il risultato elettorale provoca un terremoto in politica. Ci sono vincitori e vinti, sconfitti e trionfatori. Come Giorgia Meloni, la vincitrice assoluta, che ha dato scacco matto agli alleati-rivali Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Con il 26 per cento ha preso più voti degli alleati Lega Nord e Forza Italia messi insieme, entrambi sotto la soglia delle due cifre. E’ certamente questo il dato più importante delle ultime consultazioni, insieme all’astensionismo (il 63,9 per cento, l’affluenza più bassa della storia delle consultazioni nel nostro Paese). La leader di Fratelli d’Italia ha trascinato il Centrodestra verso la vittoria, rendendo ben chiari gli equilibri di forza. A meno di colpi di scena non dovrebbe essere difficile per il capo dello Stato Sergio Mattarella darle incarico per guidare il sessantottesimo Governo della Repubblica, dopo aver ricevuto rassicurazioni circa la posizione della leader di Fratelli d’Italia all’interno del quadro europeo e internazionale, nel rispetto della Costituzione.
Giuseppe Conte è il secondo vincitore. I 5 Stelle venivano dati per spacciati e invece l’avvocato del popolo è riuscito a frenare il tracollo. La sua è la terza forza politica, grazie soprattutto al voto nel Mezzogiorno. Ci sono anche dei perdenti in queste elezioni, la cui leadership vacilla. Matteo Salvini, che però non parla di elezioni. Berlusconi, che si accinge a fare da ago della bilancia nel Centrodestra. Ma un altro perdente è Enrico Letta. Non lo ha aiutato un centrosinistra diviso e riottoso, in cui ciascuno è andato in ordine sparso. La forza politica “Azione” di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che doveva fungere da alleato moderato del Centrosinistra, ha ottenuto un risultato mediocre, pari al 7 per cento. Il successo dei Cinque Stelle dipende proprio dall’essere andati alle urne solitari e in funzione “antipolitica”, come agli esordi del movimento fondato da Beppe Grillo. Ora per la segreteria del Nazareno si apre uno scontro per la successione, con Letta chiamato a guidare una fase di transizione fino al congresso di febbraio (il segretario ha detto che non si ricandiderà e si fanno i nomi del governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e della vicepresidente della giunta Elly Schlein). Il partito di Letta ha vinto in sole due regioni, la Toscana e l’Emilia, tradizionalmente di sinistra, mentre Fratelli d’Italia ha vendemmiato in dieci regioni del Nord e del Centro (Friuli, Veneto, Lombardia, Liguria, Piemonte, Trentino, Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche). Nelle rimanenti regioni, tutte del Mezzogiorno, i Cinque Stelle sono il primo partito.