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Lea Pericoli: «La vittoria più bella»

07/11/2013  Il fatto che oggi si parli con naturalezza della malattia rende tutto più facile.

A quel tempo Lea Pericoli era un’icona, la più bella del tennis italiano, nella sua eleganza ricercata anche in campo, la più vincente. Anche per questo la sua testimonianza ha un peso simbolico potente. «Era il 1973, giocavo e vincevo quando scoprii di essere ammalata. Diversamente da come si faceva all’epoca, in cui il cancro non si poteva nominare tanto era temuto e tabù, non nascosi nulla. Affrontai l’operazione e tornai in campo, abbastanza forte da rivincere il campionato italiano». Da allora Lea Pericoli è un “soldatino”, così si definisce, al servizio dell’Airc: «Mettendomi nei panni di chi affrontava la malattia – c’ero appena passata – capivo che se, nei momenti difficili, avessi avuto davanti la testimonianza positiva di una persona giovane e vincente che ce l’aveva fatta mi avrebbe aiutata psicologicamente ». Mettersi a disposizione è stato tutt’uno: «Le cose sono cambiate. Il fatto che oggi si parli della malattia con naturalezza rende tutto molto più facile ed efficace. Molti passi avanti si sono fatti, anche se bisogna lavorare ancora, soprattutto nella ricerca, perché il cancro venga sconfitto. Per questo non smetto di raccontare». l

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