«Io a casa mia ancora non ci posso entrare, e invece ci sono
entrati gli sciacalli: mi hanno portato via pure le palle dell’albero di
Natale»: quella di Vincenzo De Masi, presidente dell'Aquila rugby, è solo una
delle storie raccontate nel web-documentario "Questa è L'Aquila" di
Andrea Cardoni e Andrea Ranalli con Rosamaria Sbiroli. Voce narrante, MoniOvadia.
Tre anni dopo il terremoto che il 6 aprile 2009 ha messo in ginocchio la città,
c'è chi, come i volontari dell'Anpas (assistenza socio-sanitaria e protezione
civile) e quelli di Shoot4change (organizzazione no profit di fotografi e
videomaker), ha voluto riportare l'attenzione dei media e della società civile
su una storia che, drammaticamente, non sembra avere fine. Il documentario non
è altro che il contenitore delle testimonianze di una comunità che non si
rassegna a vivere nelle tendopoli. È proprio a loro che è stato dedicato il
progetto: in fondo sono molti quelli che ad un certo punto hanno scelto di
andarsene rinunciando a una parte importante della propria identità e delle
proprie origini. Ma chi è rimasto vuole andare avanti e veder rinascere
L'Aquila così come promesso dal Governo Berlusconi all'indomani del terremoto.
La verità che i proclami del tipo "Non vi lasceremo soli" sono andati
delusi già distanza di pochi mesi dalla tragedia.
Anpas e Shoot4change sono state direttamente coinvolte
durante l'emergenza del 2009: i primi con l'intervento di 2300 volontari
provenienti da tutta Italia chiamati a prestare assistenza alle popolazioni
colpite; i secondi con la realizzazione dei primi reportage di fotografia
"sociale".