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sabato 19 aprile 2025
 
Migranti
 

L’arcivescovo di Crotone e Santa Severina: «Dio ci chiederà conto dei morti»

01/09/2020  Monsignor Angelo Panzetta interviene sulla tragedia avvenuta al largo di Praialonga, dove nel corso del salvataggio di una ventina di migranti, l’imbarcazione è esplosa, provocando la morte di tre profughi (e un disperso), e il ferimento di due soccorritori della Guardia di Finanza - di Antonio Anastasi

L'arcivescovo di Crotone e Santa Severina monsignor Angelo Panzetta. In copertina, i resti della barca a vela esplosa al largo di Praialonga.
L'arcivescovo di Crotone e Santa Severina monsignor Angelo Panzetta. In copertina, i resti della barca a vela esplosa al largo di Praialonga.

«Dio ci chiederà conto dei morti». Riecheggiano le parole di Papa Bergoglio pronunciate nell’Angelus di una settimana fa nell’appello dell’arcivescovo di Crotone e Santa Severina, monsignor Angelo Panzetta, che riflette sulla tragedia in mare al largo di Praialonga, dove domenica scorsa è esplosa una barca a vela con a bordo una ventina di migranti mentre erano in corso le operazioni di soccorso. Tre migranti, una donna e due uomini, probabilmente i più vicini al luogo dell’esplosione, sono morti (non si esclude che possano esserci dispersi) e due “finanzieri eroi”, come li ha chiamati il colonnello Emilio Fiora, sono rimasti feriti.

Immediata la reazione della Curia di Crotone e Santa Severina di fronte a un dramma che «scuote profondamente le nostre coscienze di uomini e di credenti e ci spinge a chiedere perdono a Dio per questa ennesima tragedia dell’emigrazione». Ecco perché «l’intera comunità diocesana piange per la morte di questi nostri tre fratelli migranti dei quali, pur non conoscendo i nomi, intuiamo la tragica storia e spera che il disperso, o i dispersi, siano ritrovati salvi».

Le operazioni di soccorso dopo l'esplosione dell'imbarcazione con a bordo una ventina di profughi.
Le operazioni di soccorso dopo l'esplosione dell'imbarcazione con a bordo una ventina di profughi.

Il pensiero va anche ai militari della Sezione navale di Crotone delle Fiamme gialle che avevano iniziato a trasbordare i disperati appena è divampato l’incendio e prima che il fuoco si propagasse al carburante e poi hanno recuperato, insieme ai loro colleghi della Capitaneria di porto, i migranti scaraventati in mare dall’esplosione, alcuni dei quali hanno riportato ustioni (in un caso gravi): «Siamo vicini agli uomini della Guardia di finanza rimasti feriti nelle operazioni di soccorso così come ci sentiamo in dovere di ringraziare e di lodare tutti gli uomini e le donne dello Stato, delle associazioni di volontariato e del personale medico e paramedico per la dedizione con cui si stanno adoperando nelle cure dei superstiti. Riteniamo che sia proprio il prendersi cura del prossimo senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione il valore più alto della nostra Repubblica, di cui come cattolici ci sentiamo orgogliosamente ispiratori e parte integrante».

La colonna di fumo che si è levata dopo l'esplosione dell'imbarcazione dei migranti, al largo di Praialonga.
La colonna di fumo che si è levata dopo l'esplosione dell'imbarcazione dei migranti, al largo di Praialonga.

Ma al richiamo ai valori costituzionali l’arcivescovo crotonese unisce l’appello fatto dal Papa, da piazza San Pietro, alla comunità internazionale e ai credenti ricordando loro che «il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza, vittime della cultura dello scarto». «Di fronte a questi nostri tre fratelli caduti vittime nel Mediterraneo facciamo appello», ha aggiunto monsignor Ponzetta, «al Governo italiano, alla Commissione europea e alla comunità internazionale perché non lascino nulla di intentato nel favorire l’accoglienza dei migranti e la risoluzione dei conflitti interni ai loro Paesi che li costringono alla fuga».

Uno sguardo anche ai social, dove qualcuno ritiene di poter ridere della tragedia. «Siamo increduli e turbati per l’aria di odio che si respira sui social e ci preoccupa e rammarica sapere che anche tra chi si professa cristiano e cattolico ci si abbandoni a giudizi e commenti che rasentano il razzismo».

Antonio Anastasi

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