Una scelta concretissima, ma proprio per questo capace di far germogliare, a suo tempo, sorrisi, istanti di normalità e di serenità, preziosi quanto rari in certe vite. Un lascito testamentario a CasaOz può essere anche questo: un modo per dare continuità alla memoria di una vita, alimentando altra vita. CasaOz è una realtà nata a Torino per accogliere i bambini con gravi patologie e le loro famiglie. Dal 2007, la struttura offre un punto di riferimento sicuro a chi deve affrontare lunghi e dolorosi periodi di degenza ospedaliera (specialmente se arriva da fuori Torino) o a chi, non più ricoverato, deve imparare a convivere con malattie croniche e invalidanti o con situazioni di disabilità. Non solo: l’obiettivo è offrire ai bimbi e ai loro parenti un’oasi di respiro in cui poter essere se stessi, uno spazio in cui la malattia non prenda il sopravvento sugli altri aspetti della vita (il gioco, lo studio, lo sport, gli interessi). Da quando esiste, la casa (già, perché di questo, prima di tutto, si tratta) ha ospitato oltre 2.300 persone (provenienti da tutto Italia e da 40 Paesi del mondo), per un totale di circa 80.000 presenze. Alla luce di questo impegno, la Onlus che gestisce la struttura lancia una proposta. Lo fa a bassa voce, con tutta la delicatezza che il tema richiede.
L’invito è quello di sostenere CasaOz attraverso un lascito testamentario. Un gesto che, secondo i promotori, può essere fatto «con la logica dei nonni», pensando a “nipotini” di cui forse non si conosce il nome, ma che, come e più di altri bimbi, hanno bisogno di attenzione. E’ possibile lasciare una somma in denaro, ma anche fondi, titoli, obbligazioni, un oggetto prezioso o (per chi ne ha la possibilità) un immobile. Finora la realtà torinese ha ricevuto quattro lasciti testamentari (uno più consistente e tre di valore più modesto). Altri amici hanno detto di aver inserito la Onlus nei loro testamenti.
Il contributo servirà a sostenere l’attività quotidiana di CasaOz, che, come detto, include tanti ambiti. Infatti, all’accoglienza presso la struttura si affiancano l’aiuto nei compiti, i laboratori di musica, cinema, teatro, arte, le feste, le gite, le proposte di conoscenza della città e del territorio. Le attività sono possibili grazie al lavoro congiunto di figure altamente qualificate (a cominciare dagli educatori professionisti) e di volontari. Ogni anno casaOz offre 1.350 pernottamenti e 75.000 ore di servizio, organizza 500 laboratori e coordina 2.100 spostamenti. Ma ci sono anche altri aspetti, non meno importanti. La struttura favorisce il dialogo con i medici, offre aiuto negli aspetti burocratici e cerca di creare una rete tra famiglie, per rompere quel muro di isolamento che spesso, purtroppo, la malattia porta con sé.
«CasaOz è stata ed è sempre nel mio cuore e nei miei pensieri. E’ un’idea nata da un momento di vita difficile che ha trovato luce e senso migliore abbracciando fatiche di altri» racconta la presidente di CasaOz, Enrica Baricco. «Questa casa ha accolto tanti volti e scritto già tante storie, diventando per molti anche luogo di memoria. Ecco perché vorrei oggi pensare ad un lascito come un gesto di preziosa memoria capace di rivivere nelle nostre giornate, nei nostri progetti. Un passato che diventa preziosa risorsa».
Per maggiori informazioni www.casaoz.org