L'hanno chiamata Laura Speranza. E' nata un anno fa in Italia, dopo uno sbarco a Crotone, orfana. Sua madre, Neima, non è sopravvissuta: sul corpo aveva segni molto evidenti di tortura. Rimasta completamente sola, Laura Speranza è stata accolta nella casa di una famiglia di volontari della Croce rossa, Domenica e Sergio Monteleone. E, grazie al servizio della Cri "Restoring family links" (restaurare i legami familiari) alcuni giorni si è ricongiunta con sua nonna Halima e la sorellina, Sabrine, che erano fuggite insieme dalla Somalia.
La storia di Laura, Sabrine e la loro nonna Halima arriva in occasione della Giornata mondiale delle persone scomparse (30 agosto), per ricordare alla comunità italiana e internazionale quanto siano frequenti i drammi e le enormi sofferenze delle famiglie che, a causa di guerre, calamità naturali e migrazioni, vengono separate, spesso senza possibilità di ricongiungersi. Figli divisi dai genitori, fratelli e sorelle che si perdono senza più ritrovarsi.
Il servizio "Restoring family links", grazie alla rete internazionale di Croce rossa e Mezzaluna rossa, ha proprio lo scopo di riunire le famiglie disperse in tutto il mondo, ristabilendo legami e contatti tra parenti. Dal 2013 il servizio si avvale di uno strumento chiamato "Trace the face" (tracciare il viso): una piattaforma online molto efficace, che lavora attraverso varie funzionalità come il riconoscimento facciale, grazie alla quale solo nel 2018 in media una famiglia alla settimana è stata ricostruita.
Il problema delle persone scomparse è allarmante e investe in modo particolare i bambini. Sulla base dei dati dell'Europol (per la Giornata internazionale dei bambini scomparsi, lo scorso 25 maggio), ogni anno almeno 10mila minori stranieri migranti non accompagnati fanno perdere le loro tracce solo poche ore dopo essere approdati in Europa e di loro solo pochissimi vengono ritrovati.