Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 24 maggio 2025
 
 

Lavoro, affettività (e sesso), abusi, migranti: ecco il documento finale del Sinodo

27/10/2018  Approvato con la maggioranza dei due terzi. Tra i punti più controversi la pastorale per gli omosessuali e il ruolo delle donne nella Chiesa

Un documento di 167 paragrafi, approvato numero per numero e poi complessivamente. La maggioranza dei due terzi, necessaria per l’approvazione, è stata ampiamente raggiunta, anche se, il non placet finale è stato espresso da 43 padri sinodali sui 248 presenti.

Nel documento ci sono i temi che più stanno a cuore ai giovani e ai pastori: migranti, ambiente, sessualità, bisogno di una Chiesa autentica e di persone capaci di camminare insieme.

«I giovani», si legge nel numero 166, approvato con soli otto voti contrari, «hanno chiesto a gran voce una Chiesa autentica, luminosa, trasparente, gioiosa: solo una Chiesa dei santi può essere all’altezza di tali richieste! Molti di loro l’hanno lasciata perché non vi hanno trovato santità, ma mediocrità, presunzione, divisione e corruzione. Purtroppo il mondo è indignato dagli abusi di alcune persone della Chiesa piuttosto che ravvivato dalla santità dei suoi membri: per questo la Chiesa nel suo insieme deve compiere un deciso, immediato e radicale cambio di prospettiva! I giovani hanno bisogno di santi che formino altri santi, mostrando così che “la santità è il volto più bello della Chiesa”».

Di abusi si parla altre due volte nel documento ricordando (n.31) che «il Sinodo riconosce che affrontare la questione degli abusi in tutti i suoi aspetti, anche con il prezioso aiuto dei giovani, può essere davvero un’opportunità per una riforma di portata epocale». E spiegando (n. 102) le doti di un buon accompagnatore. «Il buon accompagnatore è una persona equilibrata, di ascolto, di fede e di preghiera, che si è misurata con le proprie debolezze e fragilità. Per questo sa essere accogliente verso i giovani che accompagna, senza moralismi e senza false indulgenze. Quando è necessario sa offrire anche la parola della correzione fraterna. La consapevolezza che accompagnare è una missione che richiede un profondo radicamento nella vita spirituale lo aiuterà a mantenersi libero nei confronti dei giovani che accompagna: rispetterà l’esito del loro percorso, sostenendoli con la preghiera e gioendo dei frutti che lo Spirito produce in coloro che gli aprono il cuore, senza cercare di imporre la propria volontà e le proprie preferenze. Ugualmente sarà capace di mettersi al servizio, anziché occupare il centro della scena e assumere atteggiamenti possessivi e manipolatori che creano dipendenza e non libertà nelle persone. Questo profondo rispetto sarà anche la migliore garanzia contro i rischi di plagio e di abusi di ogni genere».

 

Tra i punti più discussi quelli sull’affettività «frequentemente», si legge nel numero 39 (che ha ricevuto 43 non placet, «la morale sessuale è causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa, in quanto è percepita come uno spazio di giudizio e di condanna. Di fronte ai cambiamenti sociali e dei modi di vivere l’affettività e la molteplicità delle prospettive etiche, i giovani si mostrano sensibili al valore dell’autenticità e della dedizione, ma sono spesso disorientati. Essi esprimono più particolarmente un esplicito desiderio di confronto sulle questioni relative alla differenza tra identità maschile e femminile, alla reciprocità tra uomini e donne, all’omosessualità».

Molto discussi anche i punti sulla sinodalità  (dal numero119 al 124) che hanno ricevuto il più alto numero di non placet, pur essendo stati approvati dalla maggioranza qualificata, e quelli sulla presenza della donna nella Chiesa (il numero 148 sulle donne nella Chiesa sinodale è stato approvato con 201 placet e 38 non placet). Ma il più alto numero di voti contrari (65) lo ha riscosso il numero 150 dove si affronta il tema della omosessualità. Sono stati 178 i padri sinodali che si sono espressi a favore di una pastorale inclusiva sottolineando che «il Sinodo ribadisce che Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rinnovando il suo impegno contro ogni discriminazione e violenza su base sessuale» e ricordando che «esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi. In questi cammini le persone sono aiutate a leggere la propria storia; ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; a discernere le migliori forme per realizzarlo. In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé».

Tra le questioni più condivise, invece, (un solo non placet) quella del lavoro discussa al numero 152 che recita: «Il Sinodo raccomanda alle Chiese locali di favorire e accompagnare l’inserimento dei giovani in questo mondo, anche attraverso il sostegno di iniziative di imprenditoria giovanile». E anche quella sulla gestione dei beni nella Chiesa (numero 153):  «La promozione della giustizia interpella anche la gestione dei beni della Chiesa. I giovani si sentono a casa in una Chiesa dove l’economia e la finanza sono vissute nella trasparenza e nella coerenza. Scelte coraggiose nella prospettiva della sostenibilità, come indicato dall’enciclica Laudato si’, sono necessarie, in quanto il mancato rispetto dell’ambiente genera nuove povertà, di cui i giovani sono le prime vittime».

Sulle migrazioni, infine, il documento ricorda (al numero 25 e seguenti) che «la preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa, dai disastri naturali dovuti anche ai cambiamenti climatici e dalla povertà estrema: molti di loro sono giovani. In genere sono alla ricerca di opportunità per sé e per la propria famiglia. Sognano un futuro migliore e desiderano creare le condizioni perché si realizzi». E, per coloro che «partono attirati dalla cultura occidentale, nutrendo talvolta aspettative irrealistiche che li espongono a pesanti delusioni», il documento denuncia la presenza di «trafficanti senza scrupolo, spesso legati ai cartelli della droga e delle armi» che «sfruttano la debolezza dei migranti, che lungo il loro percorso troppo spesso incontrano la violenza, la tratta, l’abuso psicologico e anche fisico, e sofferenze indicibili. Va segnalata la particolare vulnerabilità dei migranti minori non accompagnati, e la situazione di coloro che sono costretti a passare molti anni nei campi profughi o che rimangono bloccati a lungo nei Paesi di transito, senza poter proseguire il corso di studi né esprimere i propri talenti. In alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde così una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessi, a cui occorre reagire con decisione».

E, ricordando al n. 147 che «molti tra i migranti sono giovani» e che «la diffusione universale della Chiesa le offre la grande opportunità di far dialogare le comunità da cui essi partono e quelle in cui essi arrivano, contribuendo a superare paure e diffidenze, e a rinforzare i legami che le migrazioni rischiano di spezzare», ribadisce i quattro verbi già indicati da papa Francesco per affrontare la questione: «accogliere, proteggere, promuovere e integrare», perché (numero 137) è «l’inclusione sociale dei poveri» che «fa della Chiesa la casa della carità».

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo