«Crediamo che la priorità sia creare opportunità di
lavoro anziché indulgere sul mero aspetto delle norme che da sole non creano
sviluppo. Una politica di intelligente revisione della spesa, iniziando
dalla rinuncia ai cacciabombardieri F35, non può esser disgiunta dal
superamento di una politica di austerità fine a se stessa e dalla
rinegoziazione dei vincoli europei». Lo ha detto il presidente nazionale delle Acli, Gianni Bottalico, aprendo i lavori del Consiglio Nazionale delle Acli in corso a Roma.
«Le Acli sono impegnate nei territori per dare il loro contributo per uscire dalla crisi, nelle parrocchie e nelle diocesi, e con papa Francesco che ci precede e ci indica con il suo sguardo profetico degli orizzonti di fraternità», ha aggiunto Bottalico: «Siamo una associazione di cittadini di ceti medi e popolari che patiscono sulla loro pelle gli effetti della crisi, non dei cultori della materia. Per contrastare l'impoverimento in corso della società mettiamo al centro della nostra iniziativa il lavoro ed il welfare. Su questi temi, su cui si gioca il futuro del Paese, serve uno spirito di coesione e di reciproco ascolto fra istituzioni, governo, imprese, famiglie, organizzazioni sociali, sindacali e del terzo settore».
Insieme alla Caritas, le Acli hanno lanciato il Reddito d'inclusione sociale e promosso, insieme ad un vasto cartello di soggetti sociali, sindacali, istituzionali, l' “Alleanza contro la povertà in Italia”. «Chiediamo al Governo – ha aggiunto Bottalico - di inserire la misura del reddito
d'inclusione nel prossimo Dpef e di reperire le risorse necessarie ad avviare il progetto a partire dal prossimo anno. Il Jobs Act di Renzi ha avuto il merito di riportare al centro dell'attenzione il tema del lavoro come tema decisivo. Bene la riduzione dell'Irpef, per i redditi medio bassi dipendenti. Si tratta di un passo nella direzione che le Acli hanno sempre auspicato, quella di dare più reddito disponibile alle famiglie, ai lavoratori per alimentare la domanda interna. Bisogna prevedere anche detrazioni per le famiglie che risultano più in difficoltà per l'assistenza di anziani, malati e disabili e quelle con maggiori familiari a carico».
«Inoltre, ha insistito Bottalico, crediamo vadano rafforzati gli assegni familiari per gli incapienti, prese misure anche in favore dei giovani a partita Iva e dei pensionati a basso reddito. Sulla riforma dei contratti a termine e dell'apprendistato auspichiamo che prevalga il dialogo fra governo e parti sociali, perché se da un lato le novità introdotte mirano a offrire maggiori opportunità di ingresso nel mondo lavoro per i giovani, altrettanto fondati appaiono i rilievi formulati sul versante sindacale di un rischio di estensione della precarietà».
«Circa le riforme istituzionali, - ha concluso Bottalico - l'abolizione delle province non risolve i problemi di governo di area vasta e la prospettiva del superamento del bicameralismo perfetto, con una sola camera elettiva pone il problema di quali effetti avrebbe l'adozione di un sistema elettorale come l'Italicum, che peraltro appare un mini Porcellum, e non recepisce le novità che l'elettorato si attendeva».