La gita scolastica è un fenomeno
che riguarda circa 4,5 milioni di
studenti delle scuole superiori
di primo e secondo grado, anche
se, stando agli ultimi dati ufficiali disponibili, cioè l’indagine del
Touring sul turismo scolastico che
ha preso in esame l’anno 2012/2013,
meno della metà delle classi è interessata
al fenomeno, con un trend in
discesa nelle secondarie di primo grado,
anche se il viaggio di istruzione è
in genere sempre previsto dal piano
dell’offerta formativa.
Per le superiori le mete più gettonate
rimangono le capitali europee,
mentre per le medie le città d’arte italiane
ma anche i percorsi naturalistici
con trekking. «Molte le gite a Praga,
Barcellona, Madrid, e quest’anno si
è registrato un vero boom per Berlino,
mentre lo scorso anno era molto
richiesta Lisbona», ci dice Tiziana
Gianni, dell’agenzia specializzata in
turismo scolastico Odos viaggi. «Cambiano
le mode, le destinazioni, magari
si riduce il budget, ma non registriamo
particolari crisi. La gita rimane
un appuntamento fisso. Quello che
abbiamo notato è stata una lieve flessione
dei viaggi all’estero sulla scia
dell’allarme terrorismo. Tra le
mete alternative ha avuto molto
successo la Costiera amalfitana. Ma
dalla nostra esperienza i fatti di cronaca
colpiscono sul momento, e poi vengono
in fretta dimenticati».
Elio Demicheli, dell’agenzia milanese
Panda Trek, porta in gita i
ragazzini di elementari e medie da
trent’anni e gestisce 40 accompagnatori.
«Il nostro compito non è solo
quello di agenzia di viaggio, cerchiamo
di offrire anche un supporto
educativo. I ragazzi hanno bisogno di
regole, di qualcuno che dica loro che
cosa devono fare. Noi cerchiamo di
conoscere i ragazzi, di imparare i loro
nomi e di coinvolgerli in attività interattive
sia durante le visite sia la sera
in albergo. E i nostri percorsi hanno
qualcosa di originale: per esempio a
Venezia andiamo sulle tracce di Corto
Maltese, a Palazzo Ducale organizziamo
una caccia all’assassino del figlio
del doge. Scopriamo la Genova di De
André, la Bologna di Guccini. Nella
Foresta Nera camminiamo al buio».
Oltre che per Venezia, numerose
le partenze per Mantova, Torino, Salisburgo,
mentre c’è stato un calo su
Roma per paura degli attentati. «Gli
insegnanti non devono fare nulla»,
continua Demicheli, «perché pensiamo
a tutto noi, lo prevede anche la legge
che per soggiorni di più di un giorno
la scuola debba appoggiarsi a un’agenzia
di viaggi. Siamo molto attenti alla
sicurezza e controlliamo sempre le
camere dell’albergo per verificare
che non ci siano pericoli, come una
scala che dà sull’esterno, e per fortuna
in tanti anni non è mai accaduto nulla.
Portiamo con noi anche i ragazzi
disabili, con mobilità ridotta. In quei
casi cerchiamo di adattare la gita alle
esigenze dei singoli».
E i costi? «Per una gita di cinque
giorni che prevede il viaggio aereo»,
dice Tiziana Gianni «si va da un minimo
di 250 a un massimo di 380 euro».
«Per due giorni», dichiara Elio Demicheli,
«il prezzo giusto si aggira sui
70-75 euro e comprende pensione
completa con pranzo al sacco, gratuita
per tutti gli insegnanti, assicurazione,
un accompagnatore/educatore
per classe che gestisce il gruppo sempre,
compresa la notte». La quota del
viaggio varia in base a dove si va e se
si viaggia in treno o in pullman: «Il
costo ideale per tre giorni è intorno
ai 220-230 euro, indipendentemente
se la meta è in Italia o all’estero; in
Germania, per esempio, gli alberghi
costano meno di quelli in Italia».