Hitler viveva nella paura di essere avvelenato, perciò quando decise di rifugiarsi nella cosiddetta Tana del lupo, vicino a un villaggio della Prussia orientale, arruolò un gruppo di assaggiatrici che mangiassero i pasti a lui destinati. Ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk, che rese pubblica la sua vicenda solo all’età di 96 anni, Rosella Postorino ha intrecciato il suo romanzo: protagonista è Rosa Sauer, una giovane berlinese che dopo i bombardamenti della città si trasferisce in campagna dai suoceri, mentre il marito Gregor è al fronte.
Ogni giorno dieci donne vengono prelevate dalle SS dalle loro case e condotte al quartier generale. Il cibo è buono, anche se vegetariano per assecondare i gusti del Führer, ma ogni volta che avvicinano un boccone alla bocca aleggia la paura. Rosa non è nazista, accetta quell’incarico passivamente, così come altre sue compagne. Tra le donne, dopo un’iniziale diffidenza, comincia a instaurarsi un legame di amicizia, fatto di complicità e solidarietà.
Quando giunge la notizia che Gregor è disperso, Rosa, pur nella speranza che possa essere ancora vivo, si sente come svuotata e priva di speranza. In questo clima emotivo compare la figura di un ufficiale delle SS, Albert, che si invaghisce di lei. Come attratta da un sentimento viscerale a cui lei stessa non sa dare un nome, finisce per diventarne l’amante, con il senso di colpa nei confronti dei suoceri.
Le vicende delle assaggiatrici si inseriscono nella cornice della Storia, con le notizie dal fronte russo, le crescenti difficoltà dell’esercito tedesco, la caccia agli ebrei e l’attentato fallito a Hitler. L’autrice tratteggia in modo esemplare le figure delle donne e il loro sentimento di sorellanza, usando una scrittura raffinata con uno stile narrativo scorrevole e coinvolgente.
(foto in alto: Rosella Postorino al trionfo del Premio Campiello 2018, Ansa)