Non hanno perso tempo le associazioni degli spettatori nel denunciare pubblicamente il dibattito in studio proposto domenica scorsa su Canale 5 nel corso del programma pomeridiano “Domenica Live”, condotto da Barbara D’Urso. Sotto l’ombrello del pretestuoso tema “Italia, paese a luci rosse?”, la trasmissione ha proposto un’ampia carrellata su una serie di casi di attualità recenti, tutti aventi a che fare con il sesso esibito, estorto o distorto, in una fascia di palinsesto e in un giorno festivo in cui facilmente si trovano davanti al piccolo schermo anche grandi quantità di bambini e ragazzi.
Il giudizio di Elisabetta Scala, Vicepresidente e Responsabile dell’Osservatorio Media del Moige - Movimento Italiano Genitori (www.moige.it), non lascia dubbi: «Domenica abbiamo assistito a una delle pagine più tristi e più trash della nostra tv». La presa di posizione del movimento, sempre attento a tutelare i diritti dei minori e delle famiglie, è affidata a un comunicato stampa che esprime un giudizio inappellabile: «Diciamo basta a queste porno-domeniche di violazioni della fascia protetta». A rinforzare nei fatti la presa di posizione, l’esplicito invito agli inserzionisti a boicottare un’offerta televisiva di questo genere, colpendo i vertici delle emittenti sul versante che più sta loro a cuore, quello degli introiti garantiti dalla pubblicità: «Ci appelliamo alla responsabilità sociale delle aziende perché non continuino a inserire spot in questo programma trash che viola la sensibilità e la dignità dei nostri figli».
Anche l’associazione cattolica dei telespettatori Aiart (www.aiart.org), per bocca del presidente Luca Borgomeo, fa sentire la sua voce: «A ‘Domenica Live’ su Canale 5 una puntata dedicata al sesso, con linguaggio esplicito in piena fascia protetta. Sono decine le segnalazioni che abbiamo ricevuto, ma evidentemente l’Agcom dorme». Borgomeo evidenzia i momenti più scandalosi: «Da poco dopo le 14 è stato un susseguirsi di battutacce, servizi improbabili, situazioni che vanno ben oltre l’immaginabile, come una donna in studio che si dichiarava poliamorosa e il figlio di 10 anni che la guardava dalla regia». Il presidente dell’Aiart chiude con una considerazione e con una domanda, tutt’altro che retorica: «Evidentemente la D’Urso non ha null’altro a cui attaccarsi per fare ascolto. Ma le autorità preposte a vigilare cosa fanno?».
Dal canto suo, evidentemente non paga della disinvoltura morbosa con cui è passata da un Servizi pruriginoso all’altro, Barbara D’Urso – che fra gli altri ospiti si è premurata di invitare in studio anche la storica trash-opinionista di “Uomini e donne” Karina Cascella e il pimpante sessuologo Marco Rossi – ha tenuto a precisare la sua posizione in materia: «Io che sono all’antica e terrona, se devo scegliere tra un uomo che mi dice che va un weekend con gli amici a sciare e invece va a farsi fare i massaggi e un uomo che mi dice ufficialmente "ne ho due o tre", preferisco quest’ultimo. Ci sono gli uomini che dicono "ti voglio bene" e poi vanno con le baby prostitute». Incorreggibile.
Facile ritrovare nella scelta trasgressiva di certi argomenti – e, soprattutto, di un certo modo di trattarli – la necessità di risollevare gli ascolti in agonia di “Domenica Live”, il cui share nel segmento di attualità era precipitato nei giorni scorsi al 9%, contro il 20% della “Domenica In” di Massimo Giletti, contemporaneamente in onda su Rai1.
Ma la guerra dell’Auditel non può giustificare la scelta di un simile scadimento dei contenuti e dei toni di un programma che avrebbe meritato il “bollino rosso” e che pertanto non sarebbe nemmeno dovuto andare in onda in questa versione scollacciata, ammiccante, segnata dallo sguazzare nel torbido e alquanto tendente alla pornografia.