I big di Sanremo 2015
Tutto come previsto. L'ascolto per la stampa delle 20 canzoni in gara al prossimo Sanremo conferma quello che ci si aspettava da Carlo Conti e dal cast che aveva selezionato: un ritorno alla più pura tradizione del Festival, dove trionfano l'amore, le melodie di facile presa e le belle voci. Un deciso cambio di rotta, insomma, rispetto agli ultimi due Festival targati Fabio Fazio che, specie nell'ultima edizione, aveva tentato di coinvolgere anche nomi poco noti dal grande pubblico, ma che rappresentavano (almeno sulla carta, dato che le promesse non sempre sono state mantenute), i fermenti più creativi della musica italiana.
Qual è il risultato di questa "restaurazione"? A un primo ascolto, non ci sono capolavori, ma nemmeno canzoni davvero brutte. E se l'amore è il protagonista assoluto, serpeggia in buona parte dei testi una ventata di ottimismo, esemplificata da una delle più belle sorprese che il pubblico vedrà: Marco Masini. Nella sua canzone, Che giorno è, indovinata anche dal punto di vista musicale con un crescendo che non si dimentica, ripete alla sua lei "smettila di smettere" e la invita: "Riapriamo ancora una porta". Masini appartiene al foto gruppo di cantanti esplosi tra gli anni'80 e gli anni'90 che, chi più chi meno, sono in cerca di rilancio: si va da Raf che presenta una canzone raffinata che merita più ascolti ad Alex Britti che svolge il suo compitino senza brillare, da Nek, l'unico che presenta un brano che fa venir voglia di ballare, a Gianluca Grignani che dice di essersi ispirato niente meno che a "Bob Dylan e Neil Young", ma anche a "De André, De Gregori, Paoli e Tenco". Sì, vabbè e poi? Caro Gianluca, la tua canzone non è male, ma non ti sembra di esagerare un tantino? L'ultima di questo gruppo è anche quella che ci ha convinto di più: Irene Grandi. La sua "Vento senza nome" è una ballata che cresce d'intensità, con una bellissima linea melodica che la cantante toscana valorizza da par suo.
Carlo Conti con le due vallette Arisa ed Emma
E ora veniamo al resto, che si può riassumere in un nome: Francesco Silvestre, meglio noto come Kekko, il leader dei Modà. Sono sue le canzoni che canteranno Bianca Atzei (nota al pubblico delle radio che quest'estate ha apprezzato la sua "Non è vero mai" in coppia con Britti), Annalisa ed Anna Tatangelo. Il suo stile enfatico ma di indubbia efficacia caratterizza anche altri brani non scritti da lui ma che sicuramente le radio trasmetteranno volentieri, da "Il mondo esplode tranne noi" dei Dear Jack a "Straordinario" della sempre bravissima Chiara a "Siamo uguali" di Lorenzo Fragola, l'ultimo vincitore di X Factor. Altre due bellissime voci sono quelle di Malika Ayane e di Nina Zilli, ma le loro canzoni non convincono del tutto, specie quella della cantautrice piacentina: va bene ispirarsi al sound degli anni'60, ma l'impressione è di trovarsi di fronte a una furba scopiazzatura di canzoni e atmosfere.
Cosa resta? Due rapper di cui uno Nesli, tenta di reinventarsi cantautore con una canzone che sconta un po' il debito nei confronti di Tiziano Ferro per cui aveva scritto "La fine", e l'altro, Moreno, che invece rimane fedele al suo stile pur non andando al di là di qualche gioco di parole (Dài gas, abbiamo il telepass, come quella volta che eravamo ancora a spasso"); il belcanto, rappresentato dalla belga Lara Fabian e dal trio Il Volo che però, a fronte delle loro notevoli qualità vocali, presentano brani banali tanto nel testo che nella musica e, infine, ci sono le uniche canzoni che daranno un po' di pepe a quest'edizione: "Io sono una finestra", della coppia Grazia Di Michele e Michele Coruzzi, alias Platinette, e "Vita d'inferno" della coppia Biggio e Mandelli, alias I soliti idioti. Sarebbe ingiusto ridurre il primo brano a un manifesto dell'ideologia del gender, perché il racconto del tormento di un uomo che sente di essere una donna è affrontato con delicatezza, ma è indubbio che il tema è controverso e la canzone si presta ad essere strumentalizzata. Quanto al duo comico, presentano un dichiarato omaggio all'arte di Cochi e Renato, pur essendo lontani anni luce dalla loro ironia surreale. Nella loro marcetta, c'è qualche rima azzeccata ("All'ora della Champions League, mio figlio vuole vedere Peppa Pig") e qualche parolaccia che però, come ha rivelato Conti, durante l'esibizione all'Ariston ci sarà risparmiata, "Per loro scelta", ci ha tenuto a sottolineare il conduttore.
Insomma, prepariamoci a vedere un Festival come quelli targati Pippo Baudo: un grande spettacolo popolare che per una settimana farà parlare anche quelli che magari hanno dato un'occhiata a quelli di Fazio e che invece adesso assicurano di starne alla larga. Chi vincera? Noi facciamo il tifo per Irene Grandi, ma molti in sala stampa fischiettavano la canzone di Chiara Galiazzo.