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venerdì 20 settembre 2024
 
 

Vatican files, diplomazia e segreti

16/01/2013  I rapporti tra la Chiesa e il nazismo, tra Giovanni Paolo II e Gorbaciov, tra i Papi e le dittature. I documenti dell'archivio segreto fanno luce sul passato. Fin quasi a ieri.

Per un pomeriggio torna a fare lo storico il ministro Andrea Riccardi. L’occasione è la presentazione, a palazzo Marini, del libro Vatican Files. La diplomazia della Chiesa. Documenti e segreti. Elogia l’autore, Matteo Luigi Napolitano, professore di Storia delle relazioni internazionali ed esperto di diplomazia vaticana, di guerra fredda e di relazioni euro-atlantiche, «uno studioso, uno storico cresciuto a una severa scuola di attenzione al documento diplomatico». Nel volume, edito dalla San Paolo, «parlano soprattutto i documenti. E Napolitano, a differenza di tanti altri storici riesce a farli parlare in modo leggibile».

Napolitano racconta il Vaticano, ma, come ricorda Riccardi citando De Rosa, «dal campanile non si vede la chiesa, ma il territorio, il mondo. Così, attraverso i documenti vaticani si possono ricostruire alcuni importanti passaggi storici. Il periodo fascista, per esempio, e i rapporti tra Chiesa e regime. Parlando di quegli anni possiamo dire che il Vaticano è salvato dai documenti. Scopriamo infatti che il suo non fu un silenzio complice, ma un silenzio attivo e che la Chiesa aveva ben presente che il nazismo era non solo una minaccia, ma una vera alternativa al cristianesimo».

L'articolata ricerca di Napolitano contiene numerose curiosità, come, ad esempio, il motivo per il quale non si festeggia la data della breccia di Porta Pia ma quella della conciliazione al tempo del Fascismo, nonché la vicenda del colonnello dei Carabinieri Giovanni Frignani, che arrestò Mussolini dopo il Gran Consiglio del 1943. Il volume approfondisce l'epoca (e i retroscena) dei Patti lateranensi, l’operato del nunzio Orsenigo nella Germania di Hitler, i rapporti con Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov. Si ferma un attimo prima delle vicende di Vatileaks. «Non per guardare al passato», sottolinea Marco Ansaldo durante la presentazione, «ma semmai per ricostruire il modo di essere e di fare del Vaticano».

«Per affrontare il presente e il futuro», insiste Riccardi, «bisogna recuperare la dimensione storica, far parlare le carte, altrimenti si rischia di alimentare scoop giornalistici che si dissolvono in poco tempo senza darci modo di capire realmente e in profondità cosa è accaduto e perché».

 
 
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