Vanno a Messa più degli uomini e nella Chiesa rappresentano oltre la metà dei fedeli e ben due terzi dei religiosi. Tre indiscutibili segni positivi riguardanti il rapporto tra l’universo femminile e la Chiesa. Non possiamo nascondere quelli negativi. Esistono e li leggerete tra le righe di questo dossier. Ci basta ricordare che al recente summit sugli abusi, voluto da Francesco per sradicare la peggiore delle piaghe, erano coinvolte 12 donne su 190 uomini. Ma è proprio in quest’occasione che registriamo anche con soddisfazione un piccolo trionfo: i tre interventi femminili (sei quelli degli uomini) sono stati riconosciuti dal Pontefice e non solo come i più lucidi e coraggiosi. Purtroppo la Chiesa rispecchia nella sua organizzazione la società in cui è immersa, una realtà che tende a relegare le donne, anche quando posseggono indiscusse capacità, a ruoli per lo più subalterni. Ma le donne di Dio non sembrano scoraggiarsi. Perché molto hanno da dire e da fare. E lo dimostrano i sette personaggi che incontrerete nelle pagine della rivista. Ne conoscerete pensieri e storie. Scoprendo segnali positivi. Perché è chiaro che nessuna di loro ha intenzione di arretrare davanti alle difficoltà che incontra e alle battaglie che intraprende.
Oltre alla storica Lucetta Scaraffia (70 anni) che denuncia: «Nella Chiesa le donne sono considerate membri di seconda classe, non vengono mai ascoltate né consultate, devono solo obbedire», sul n. 10 di Famiglia Cristiana (in edicola questa settimana), troviamo, sulla stessa lunghezza d'onda, la sociologa Paola Lazzarini (42 anni): «La Chiesa deve tenere conto della sofferenza delle donne che si sentono chiamate al sacerdozio, come Santa Teresa di Lisieux» e aggiunge: «La prima cosa è acquisire la consapevolezza di essere figlie adulte della Chiesa. Quindi figlie, ovvero libere di parlare; adulte, cioè non sotto tutela ma alla pari».
Completano il pensiero delle due studiose altri esempi femminili di dedizione, serenità e coerenza. Come quello di suor Anna Donelli (52 anni) che segue i giovani detenuti nelle carceri di Milano e Brescia: «La carriera nel senso del ruolo non mi interessa, né penso che il problema delle donne nella Chiesa sia poter o meno celebrare la messa. Per me l'essenziale è che i superiori, e in questo caso son fortunata, capiscano il mio modo di vivere il carisma», di suor Carla Venditti (58 anni), "la marsicana più influente del 2018" in prima linea contro il racket della prostituzione: «Era la notte del 22 novembre 2015 quando siamo andati per la prima volta in strada; quella sera mi ha cambiato la vita» o di suor Alessandra Smerilli (43 anni), docente di economia politica ed elementi di statistica alla pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione Auxilium di Roma: «Non bisogna ridurre tutto all'occupazione di spazi di potere. La parola "economia" dice tutto: vuol dire cura e gestione della casa. L'economia è donna e deve essere declinata anche da donne nel pensarla e nei modi d'agire».
Accanto a loro l'impegno femminile che nasce tra i laici. Valentina Alazraki (67 anni), vaticanista messicana tra le prime donne a salire su un volo papale è stata chiamata da Francesco a tenere l'ultima relazione all'incontro sulla Protezione dei minori nella Chiesa: «il femminismo non è imitare gli uomini, occupare i posti degli uomini, comportarsi come gli uomini. Questo secondo me sarebbe un fallimento del femminismo che è invece rivendicare i propri diritti, la propria dignità, la propria uguaglianza» e Luisa Bove (55 anni), scrittrice e giornalista dei media della diocesi di Milano: «Il problema per la donna è già nella società, dove ha scarsa considerazione. per quanto riguarda la Chiesa credo piuttosto nella rivalutazione dei laici. Sono tanti, seri e professionali, potrebbero svolgere compiti oggi affidati al clero».