Per un condizionamento storico-culturale, che coinvolgeva tutti i settori della vita pubblica, anche nella Chiesa le donne erano escluse da qualsiasi ufficio ministeriale all’interno del presbiterio, cioè dell’area attorno all’altare. Con il concilio Vaticano II, che alla luce del Vangelo riconosce la pari dignità dell’uomo e della donna, è cominciato un progressivo inserimento della donna anche nella ministerialità liturgica. Dapprima molto timidamente, “restando tra i banchi”; poi come ministri straordinari della Comunione (1973) fino a giungere alla dichiarazione ufficiale della Congregazione per il culto divino (1994) che elimina ogni dubbio sulla lecita presenza delle donne, e a pieno diritto, all’interno del presbiterio per lo svolgimento di alcuni ministeri liturgici, compresa la proclamazione della parola di Dio dall’ambone.