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venerdì 04 ottobre 2024
 
 

Le lamentazioni dei campioni

13/10/2011  Prima Ibrahimovic e Cassano che annunciano precocemente il ritiro, poi la Pellegrini che preferisce non fare la portabandiera a Londra per non stancarsi...

   Qualcuno dovrà avvisare i dirigenti dell'Inail e dell'Inps che la tabella dei lavori usuranti va aggiornata: ai minatori, ai lavoratori notturni, a chi suda fra rumori assordanti o esposto a temperature africane bisogna aggiungere gli sportivi. A lanciare l'allarme sono stati tre rappresentanti di primissimo piano della categoria, due calciatori e una nuotatrice. A dare il la alla denuncia un fior fiore di campione del calcio, lo svedese Slatan Ibrahimovic, fuoriclasse del Milan, ex Inter, Barcellona e Juventus. Con sorpendente e ammirevole sincerità, ha ammesso di essere stanco. Ma attenzione: non si tratta solo di logorio dei muscoli e del fisico, qui è in gioco qualcosa di più profondo, un male più radicale. Il vichingo stanco ha infatti spiegato di non provare più l'entusiasmo di una volta a correre dietro alla palla, nemmeno l'atto sublime e insuperabile del gol gli mette in circolo nelle vene lo stesso sacro furore di qualche anno fa. Infine, il drammatico annuncio: fra qualche anno potrebbe smettere. E la notizia davvero ci sconvolge, considerato che Ibra ha appena compiuto 30 anni, mentre ci lascia molto più sereni la sua situazione finanziaria, dato che è uno dei calciatori più pagati al mondo (parliamo di 5-6 milioni di euro netti all'anno, da arrotondare con diritti d'immagine, nazionale e premi vari).

   Che non si tratti di un problema di poco conto lo testimonia il fatto che la confessione di Ibrahimovic non è un caso isolato, ma sembra aver aperto una strada. La sera in cui ha segnato due gol in nazionale, forse in una delle migliori prestazioni in maglia azzurra, l'Antonio nazionale ha aperto il cuore e la bocca: anche lui si sente stanco, non ce la fa più, non riuscirebbe a sostenere troppe stagioni ancora con questo terribile stress addosso. E a 29 anni, uno in meno del maestro Ibra, anche lui prefigura un quasi imminente ritiro dalla scena. Meno male che, anche in questo caso, non esistono particolari preoccupazioni per le sorti finanziarie della famiglia Cassano.

   Forse ispirata dal duo calcistico, anche Federica Pellegrini ha fatto presente che non impazzirebbe dalla gioia ad assumere il ruolo di portabandiera a Londra: «Sono una persona molto patriottica, ma il calendario olimpico è molto penalizzante: la sfilata dura mezza giornata e sette ore sulle gambe non si recuperano facilmente. Se me lo proponessero, rifiuterei». Eh sì, anche il patriottismo ha dei limiti, mica ci si può immolare, per la patria. A difesa della campionessa veneta, va annotato che avrebbe ritrattato e che, nei suoi pensieri, c'era l'intenzione di favorire la collega Vezzali, lei sì prontissima a portare la nostra bandiera, accettando anche qualche giro supplementare della pista di atletica, se solo glielo lasciassero fare.

   Lo stress di Ibra, Cassano e della Pellegrini va preso sul serio. È sbagliato pensare che tutti gli stress siano uguali: c'è quello del minatore, del precario, del padre di famiglia che non sa se arriva alla fine del mese, dell'operaio che porta a casa 1.200 euro al mese, magari con qualche bel turno di notte... e c'è quello dei campioni dello sport, sempre sotto i riflettori, sempre al centro dell'attenzione, con tutta quella gente che pretende un sacco di cose da te e non si accontenta mai. Sono pagati, qualcuno direbbe strapagati, sì, è vero, ma non dimenticate che la loro carriera è breve, la stagione della loro gloria dura un paio di lustri e poco più... Anzi, a sentire questi campioni stanchi, dovrebbe durare ancora meno (a parità di trattamento economico?), dal momento che annunciano precoci ritiri. Si fa presto a liquidare la faccenda dicendo, come ha fatto il presidente del Palermo Zamparini, che vogliono soltanto più soldi...

   Giusto per dargli quell'assistenza psicologica di cui sembrano aver bisogno - il sindacalista dei calciatori Damiano Tommasi ha annunciato l'avvio di un progetto anti-stress per gli iscritti - vorremmo indicare ai nostri malati per nulla immaginari alcuni modelli a cui possono fare riferimento. Il primo lo abbiamo già citato, è quella Valentina Vezzali che, a 37 anni, mamma felice, con una striscia di medaglie e di titoli da far impallidire persino... Ibrahimovic, non smetterebbe mai di allenarsi, gareggiare e vincere. L'altro modello che sommessamente indichiamo è un collega dei due calciatori, quell'Alessandro Del Piero che, all'alba dei 37 anni, si diverte come un matto a tirare fuori la lingua e a correre verso il pubblico ogni volta che fa gol (e non si può dire che per lui siano una rarità).

   Il problema forse sta proprio qui, caro Slatan, caro Antonio, cara Federica: nel non dimenticare che avete avuto il privilegio di fare di una passione la vostra professione, perlopiù ben remunerata. Il vostro lavoro è un gioco, non accettate che venga trasformato in qualcosa di diverso! Ecco, recuperate lo spirito originario della vostra professione e vedrete che la vera tristezza sarà appendere le scarpe, o il costume, al chiodo. Tornate bambini, e la tristezza svanirà.

 
 
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