Arriva l’inverno, il buio ci sorprende in pieno pomeriggio ed è in vistoso aumento l’uso della luce artificiale. Ma i raggi molto intensi delle lampadine, delle insegne luminose, dei lampioni possono causare difficoltà di visione, squilibri nel ritmo fame-sazietà, sonno-veglia, problemi nervosi. «Le nuove luci a Led, sempre più utilizzate per l’illuminazione pubblica e privata, con i loro riverberi bluastri alterano il nostro orologio biologico interno incidendo negativamente sulla produzione di melatonina, molecola regolatrice del sonno», dice il professor Roberto Manfredini, direttore della Clinica medica universitaria di Ferrara.
E ancora: uno studio pubblicato in Usa sulla rivista Molecular psychiatry spiega che queste luci stimolano la produzione di Tnf, una proteina infiammatoria coinvolta nel meccanismo di organizzazione della serotonina e dopamina, molecole regolatrici del tono dell’umore. È però possibile attivare meccanismi di difesa che riorganizzano in modo più corretto l’attività del nostro orologio biologico interno la cui attività funziona sull’alternanza giorno-notte.
La luce artificiale con il suo effetto abbagliamento provoca una chiusura dell’iride e un velo sulla retina: ciò diminuisce la capacità di distinguere gli oggetti soprattutto quelli in movimento, come le auto e le moto. E il risultato è che aumenta il rischio di incidenti stradali. Mentre si guida è importante utilizzare il parasole, bisognerebbe, poi, dopo un’ora al volante, fermarsi e far riposare l’occhio per cinque minuti, soprattutto quando piove. L’asfalto bagnato riflette le luci delle strade e questo riverbero offusca la visibilità degli ostacoli.
Recenti studi dell’Università di Londra stanno mostrando un legame tra l’illuminazione e l’aumento della fame nervosa o meglio dell’emotional eating. L’esposizione alla luce notturna infatti blocca la produzione di melatonina e questo ha una conseguenza negativa sull’attività della grelina, l’ormone secreto dal tessuto adiposo che ha la funzione di regolare il senso della fame. Sarebbe opportuno spegnere il Pc prima di cena, orario in cui la melatonina è in piena produzione.
Scrivere o leggere su Pc e tablet dopo il pasto serale ha una ricaduta negativa sulle fasi Rem e non-Rem del sonno che non riescono più a seguire le loro corrette alternanze. Soprattutto gli stadi 3 e 4 della fase non-Rem, che corrispondono al sonno profondo, tendono a ridursi e a entrare in cortocircuito.
La conseguenza è quella di avere notti segnate da continui risvegli e al mattino di sentirsi stanchi e incapaci di mettere a fuoco lavoro e impegni. Suggerimento: è utile chiudere le tapparelle e mettere tende scure alle finestre in modo da non far penetrare spiragli di luce, se un lampione punta sulla finestra della nostra camera da letto. Oppure applicare sugli occhi le mascherine che schermano la luce. Esporsi al sole di giorno per far aumentare la produzione di serotonina la quale, a sua volta, favorisce la produzione di melatonina alla sera. Per raggiungere l’obiettivo è sufficiente una passeggiata in pausa pranzo oppure andare al lavoro o al supermercato a piedi. La luce artificiale incide negativamente sull’attivazione dei sistemi di allerta regolati dalla produzione di adrenalina, molecola dell’ansietà, che interferisce, se in alti dosaggi, con la produzione di melatonina. Per evitare il problema scegliere per la casa luci a tonalità più calda, con etichetta warm white: non interferiscono con l’attività della ghiandola pineale che produce melatonina e favorisce il riposo.