Travolge l'entusiasmo del preparatore atletico, Agostino Da Polenza (profondo conoscitore della catena dell'Himalaya), che spera che le sue ragazze arrivino in vetta in concomitanza coll'inizio delle Olimpiadi di Parigi (il 26 luglio) e che il vessillo olimpico possa sventolare sulla cima del K2. Questo infatto le otto alpiniste si prearano a fare, a partecipare a una spedizione alpinistica tutta al femminile, progettata dal Cai - Club Alpino Italiano, per celebrare 70 anni della celebre ascesa che vide l'Italia conquistare per prima quell'Ottomila, oltre che seconda vetta più alta della terra.
La otto atlete, 4 italiane e 4 pakistane (Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim), in attesa che il MInistro del Turismo e il Comitato Olimpico sbrighino la faccenda della bandiera, sembrano più interessate a concentrarsi sui fitti allenamenti che sono già iniziati poichè la partenza della spedizione è prevista per metà giugno. Attualmente, tra il 15-18 marzo, si stanno svolgendo le giornate di training sul Monte Bianco. Un lento avvicinamento alla futura impresa poiché solo Cristina Piolini e Samina Baig hanno già conquistato un Ottomila nelle loro precedenti scalate.
A seguire, per la loro preparazione, le giornate all’Eurac Research di Bolzano (20-24 marzo), centro di ricerca d’eccellenza nel campo della medicina di montagna dove si sottoporranno a prove medico-scientifiche per valutare l’impatto e che il loro organismo subirà durante l’ascensione. In tal senso le seguirà la nona sognora del gruppo, la dottoressa Lorenza Pratali, cardiologa, internista e ricecatrice presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR a Pisa: «Da 15 anni mi occupo di ricerca e di studi in alta quota faccio parte della Società italiana medicina di montagna che si occuperà della ricerca relativa al corpo femminile in quota. Faremo studi dal punto di vista della risposta cardiovascolare, respiratoria, cognitiva, cerebrale e così via, sia a riposo che sotto sforzo. Dal punto di vista scientifico è davvero emozionante e importante perché è la prima volta che abbiamo un gruppo così numeroso di persone di sesso femminile che vengono studiate».
La scelta di una squadra composta da atlete italiane e pakistane sottolinea uno degli obiettivi della spedizione, cioè raccontare il punto di vista femminile nel contesto di una spedizione himalayana che vede scalare insieme alpiniste che provengono da mondi e culture differenti. Inoltre, nel solco della cooperazione internazionale Italia-Pakistan, è invece il progetto del Cristina Castagna Center, struttura realizzata da Montagna e Solidarietà APS e con il contributo del Club Alpino Italiano, che ha l'obiettivo di generare un impatto socio-economico per le popolazioni locali e promuovere attraverso corsi di formazione il loro avvicinamento alle attività professionali legate all’alpinismo.