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sabato 26 aprile 2025
 
 

Le mamme nascono con i loro bambini

08/05/2015  Le neomadri fanno i conti con una nuova vita. Fatta di tante gioie e qualche preoccupazione. E se tutte incombe il rientro al lavoro.

Mamme di qualunque età che alla prima esperienza non sanno dove mettere le mani; mamme straniere che hanno la famiglia lontana e cercano conforto per un’esperienza bella ma che porta con sé anche dubbi e solitudine. Mamme libere professioniste che velocemente torneranno al lavoro; mamme... che sono costrette a rientrare in fretta. Sono le mamme di oggi che un po’, in fondo, nascono con il loro bambino.

Stefania Spera, 36 anni.
Stefania Spera, 36 anni.

Un figlio si fa in due

Stefania Spera ha 36 anni e per lei Arianna, di sei mesi e mezzo, è la prima figlia. Ha conosciuto il padre della sua bambina 15 anni fa quando ancora non viveva a Milano, dove oggi condividono casa e la loro esperienza di genitori. Da allora non si sono mai lasciati. Da tempo lui avrebbe voluto un figlio, ma Stefania voleva prima realizzarsi con il lavoro. Aprire un negozio da parrucchiera e farlo decollare «e in questo modo garantirgli un futuro». E così è stato. Oggi Stefania dirige un’attività che nel tempo si è ingrandita. Al secondo mese di Arianna era già al lavoro «grazie alla collaborazione del mio compagno, togliendomi il latte e lasciandolo a lui da dare. La bambina si è abituata subito e questo mi ha permesso di conciliare maternità e professione».

Arianna è arrivata due settimane prima del termine, «all’improvviso e in un’ora e mezza era già nata. Da lì sono iniziate tutte le domande. Piange, non dorme, perché? Loro nascono già competenti, tu devi insegnargli a sentirti. Per questo l’ho tenuta tutta la prima notte sul petto e sulla pelle».

Sara Chiaretti, 31 anni.
Sara Chiaretti, 31 anni.

Mamme in tempo di crisi

  

Sara Chiaretti, 31 anni, mamma di Samuele di tre mesi e mezzo, non può permettersi di stare a casa. Così, il 4 maggio, al compimento del suo quarto mese, dovrà necessariamente rientrare al lavoro. Ricercatrice all’ospedale San Raffaele, «un mese prima che nascesse ho discusso la tesi di dottorato», cinque anni fa si è sposata con Davide, che nella vita faceva il grafico ma poi, causa la crisi dell’azienda per cui lavorava, si è dovuto reinventare. A 44 anni. «Così a un certo punto abbiamo preso il coraggio a due mani e ci siamo lanciati nell’esperienza della genitorialità. Contro tutte le incertezze del momento. Oggi siamo in attesa di sapere se verrò trasferita in Australia per un’opportunità professionale irrinunciabile. Il lavoro mi piace e tanto, ma certo rientrare mi pesa e molto. Io e mio marito siamo l’emblema di questo tempo: lui troppo vecchio e fuori dal mercato, io ricercatrice che non ha sbocchi in Italia. L’Australia è l’America dei nostri giorni». Ma questo non li scoraggia: «Anzi, siamo già orientati a proseguire. Il desiderio sarebbe di fare tre o quattro figli».

Mariana Gutierrez, 36 anni.
Mariana Gutierrez, 36 anni.

Un biglietto senza ritorno

Mariana Gutierrez, 36 anni, è volata in Italia quattro anni fa. Ha conosciuto il marito argentino e lui l’ha portata qui. A Buenos Aires ha lasciato tutti, amici e famiglia. Una scelta che le è pesata molto. Un mese e mezzo fa, però, è arrivato Gaspar a farle compagnia. «L’abbiamo voluto fortemente e la sua nascita è stata una gioia che non trova parole per essere espressa. Gaspar era “nuovo”, ma al tempo stesso... lo conoscevamo già. Ed è stato subito famiglia, perché parte di me e parte di mio marito». Lei il lavoro non ce l’ha e per il momento non lo cerca. «Pagherei quello che guadagno, così preferisco stare con lui. È un investimento. Vorrei essere una mamma vicina e amorevole, per farlo crescere sicuro e “pieno”».

Elisa Russo, 36 anni.
Elisa Russo, 36 anni.

L'esperienza che tranquillizza

  

Per Elisa Russo, 36 anni, Charline è la terza figlia, dopo Martina di 10 anni e Giorgia di 7. «Ho molte meno ansie, se non mangia se non dorme o se piange. So che sono momenti di passaggio e che come tali... passeranno». Ma la presenza di due sorelline scatena altre preoccupazioni; una su tutte, la gelosia. «Tocca rifare l’aggiustamento familiare. Far capire loro che ci sono altre esigenze». Ma da mamma esperta una soluzione l’ha trovata: «Raccontare storie che unisce tutte e tre. E parlare con loro. Lo scorso anno la figlia grande per la festa della mamma mi ha scritto un biglietto: “Tu sei la mia migliore amica, io a te direi tutto”. E io mi sono commossa».

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