Caro don Antonio, non le sembra che troppo spesso i sacerdoti non diano importanza all’animazione nelle liturgie? Ci sono in particolare alcune Messe, quelle serali, lasciate alla buona volontà di qualche signora anziana o di chi ama cantare, che sono tutto un programma quanto a cura dell’animazione liturgica. Al contrario, si dà rilevanza alle Messe centrali della domenica, dove si possono trovare decine di persone che le animano.
A questo punto la domanda nasce spontanea: perché il parroco non pensa di riproporzionare le persone a seconda delle Messe, chiedendone la disponibilità in altri orari, e dando così dignità a tutte le celebrazioni? A me è capitato proprio questo: non potendone più di assistere alla Messa del sabato abbandonata a sé stessa e alle stonature dell’improvvisato cantore di turno, mi sono offerto di animarla: adesso siamo in sei e alle prove serali del venerdì, aperte a tutti, insegniamo ai fedeli i canti che eseguiremo il giorno dopo, in modo tale che possano seguirci pur non masticando molto di musica.
C’è da dire che si stanno appassionando in varie decine, e ci seguono con attenzione, anche se amiamo cambiare i brani tutte le settimane. Vede, io credo fermamente che la musica sia un ottimo modo per avvicinarsi al Signore, che darle il giusto spazio in una liturgia sia dare dignità alla stessa e che limitarsi a dire Messa significhi eseguire in modo asettico un compito che forse non si sente più come agli inizi del proprio sacerdozio, e questo rattrista molto. Sarebbe opportuno che si studiassero obbligatoriamente musica e canto nei seminari, perché forse i primi a doverne ancora capire l’importanza sono i sacerdoti, non i fedeli.
Può considerare questo un argomento non degno di nota, però credo che, a forza di ritenere tutto secondario in questo mondo, ci stiamo riducendo a dei semplici utenti della vita e non a degli attori protagonisti.
ANGELO MARIA MIELE - Venafro (IS)
Caro Angelo, come vedi penso che i temi da te sollevati non siano affatto di secondaria importanza. Mi riferisco alla musica, ma più in generale all’importanza della liturgia e quindi alla necessità che sia preparata e animata in modo adeguato. Il motivo fondamentale è riassunto in questo modo nel Catechismo della Chiesa cattolica: «Quando la Chiesa celebra i sacramenti, confessa la fede ricevuta dagli Apostoli. Da qui l’antico adagio: “Lex orandi, lex credendi”... La legge della preghiera è la legge della fede, la Chiesa crede come prega. La liturgia è un elemento costitutivo della santa e vivente Tradizione» (n. 1124). La liturgia, quindi, e in particolare la celebrazione eucaristica, esprimono la fede della Chiesa e nello stesso tempo la rafforzano mediante il dono della grazia divina. Lo esprime bene la costituzione conciliare Sacrosanctum concilium: «La liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia». Ed eccone la spiegazione: «Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore. A sua volta, la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei “sacramenti pasquali”, a vivere “in perfetta unione”; prega affinché “esprimano nella vita quanto hanno ricevuto mediante la fede”» (n. 10).
Ho letto recentemente la biografia di padre Romano Scalfi, fondatore di Russia cristiana, pubblicata da Edizioni San Paolo. In essa si ricorda come la sua vocazione sia nata dalla partecipazione alla Divina liturgia orientale quando era ragazzo. Si racconta che i messi del principe Vladimir, l’evangelizzatore della Rus’, gli abbiano riferito della bellezza della Divina liturgia sperimentata a Costantinopoli con queste parole: «Non sapevamo più se ci trovavamo in terra o in cielo».
La liturgia, dunque, non è un rito esteriore, un compito da assolvere, una pratica da adempiere. È molto di più. E va adeguatamente preparata. Aiutando le persone che vi partecipano a gustarne la bellezza. Esistono innumerevoli documenti ecclesiali che ne parlano e danno anche indicazioni pratiche su come vivere al meglio la liturgia, in particolare l’Eucaristia, aiutando i fedeli a parteciparvi attivamente, secondo le parole della Sacrosanctum concilium. Ma è proprio la costituzione conciliare sulla sacra liturgia il punto di partenza fondamentale. Invito tutti a rileggerla e a meditarla. Non vi sono formulati solo i principi della riforma liturgica, ma si sottolinea l’importanza della formazione liturgica, prima di tutto dei sacerdoti nei seminari, ma anche più in generale dei fedeli. Si invita anche a costituire delle commissioni liturgiche a livello nazionale e diocesano, insieme a quelle di musica e arte sacra. Tutte realtà che oggi esistono e a cui è sempre bene far riferimento.
Non si dice nulla di specifico dell’animazione a livello parrocchiale (anche se al n. 42 si sottolinea l’importanza del legame con il vescovo e della Messa domenicale). Tuttavia è bene che in ogni parrocchia si costituisca un gruppo liturgico, affinché tutte le celebrazioni siano ben preparate e tutta l’assemblea partecipi attivamente e intensamente. Iniziative come la tua, caro Angelo, sono senz’altro benemerite e di grande aiuto per la comunità parrocchiale. L’animazione, ovviamente, non riguarda solo il canto. Anche se la musica ha una grande importanza. Cito solo, a questo proposito, due passi della Sacrosanctum concilium: «I vescovi e gli altri pastori d’anime curino diligentemente che in ogni azione sacra celebrata con il canto tutta l’assemblea dei fedeli possa partecipare attivamente» (n. 114); «Si curi molto la formazione e la pratica musicale nei seminari, nei noviziati dei religiosi e delle religiose e negli studentati, come pure negli altri istituti e scuole cattoliche» (n. 115)