Ci sono fatti che hanno la forza simbolica di dire tutto. È il caso della navigazione della “Prudence”, la nave di Medici senza frontiere, con a bordo 1.449 uomini, donne e bambini, molti dei quali bisognosi di cure, in condizioni terribili. La Prudence si è trascinata fino a Napoli, due giorni in mare, perché in Sicilia non ci poteva attraccare. Perché vi erano riuniti i G7. Che parlavano del problema dei migranti.
Mentre loro, i Sette Grandi, discutevano senza alcun risultato concreto, durante tutta la “due-giorni” di Taormina la nave di Msf ha continuato a navigare, cercando di assistere 140 donne e 45 bambini, con tre casi gravi, una persona che ha subìto un arresto cardiaco.
I G7 facevano passerella, mentre Michele Trainiti, coordinatore delle operazioni di ricerca e soccorso per MSF, diceva: «In queste condizioni ci è semplicemente impossibile fornire cibo e un’assistenza medica adeguata a centinaia di uomini, donne e bambini, e il primo porto disponibile per lo sbarco è a 48 ore dalla nostra posizione attuale. Dopo aver soccorso centinaia di persone da una morte certa in mare, non possiamo ora garantire loro delle condizioni di sicurezza a bordo a causa del forte sovraffollamento (la nave è attrezzata per ospitare 600 persone, ndr). «In questo momento», continuava Trainiti, «nonostante le nostre richieste di supporto fatte alle autorità italiane, nessuna nave militare o commerciale è stata inviata in nostro aiuto per assisterci in questa situazione disperata. Dove sono gli altri? L’Unione Europea ha deciso di venir meno al dovere di proteggere vite in mare?».
Qui e in copertina: la nave Prudence di Msf, carica di 1.449 migranti salvati in mare. In questa foto: l'imbarcazione all'arrivo al porto di Napoli.
Ecco, un episodio che vale mille dichiarazioni. Che d’altro canto non sono mancate: «In un mondo che è sempre più in bilico», ha scritto Action Aid, «il Vertice di Taormina sarà ricordato come un G7 da cinque in pagella, dominato dalla transizione politica e, in particolare, dalle priorità degli Usa. I Leader dei 7 Paesi più industrializzati non sono stati in grado di ascoltare la voce che viene dal resto del mondo, senza dare risposte a responsabilità globali come fame, povertà, cambiamento climatico e migrazioni». «Il fallimento sul fronte della sicurezza alimentare e nutrizionale ha prodotto una battuta di arresto anche sulla questione dei migranti», ha denunciato ancora Action Aid, «che poteva essere affrontata in maniera innovativa, cercando delle soluzioni alle cause profonde che spingono milioni di persone a lasciare le proprie case per cercare fortuna anche in Europa. Non trovando consenso su una visione unanime sulla mobilità umana, i Paesi del G7 si sono limitati ad appellarsi al principio della responsabilità condivisa, confondendo gli obblighi dei Paesi donatori e più ricchi con quelli dei Paesi in via di sviluppo. La riaffermazione dei “diritti sovrani degli Stati di controllare i loro confini e fissare chiari limiti ai livelli di immigrazione” è preoccupante, in quanto rischia di legittimare la politica dei muri e di non considerare il valore umano della migrazione».
Save the Children si è detta «profondamente delusa da un vertice in cui i leader del G7, pur riunendosi in un luogo simbolico come la Sicilia, cuore del flusso migratorio del Mar Mediterraneo, non sono riusciti ad impegnarsi su una visione comune sul tema della migrazione». L’Organizzazione internazionale ha sottolineato con preoccupazione che «ancora una volta l’attenzione si sposta sui temi della sicurezza e del controllo delle frontiere, pregiudicando fortemente il primo dovere dei leader del G7 che è quello di proteggere i bambini dalla violenza, dagli abusi e dallo sfruttamento, incluso il traffico dei minori. I minori migranti hanno esigenze comuni e affrontano sfide comuni. L’opportunità persa del G7 significa che a pagarne il prezzo saranno 28 milioni di bambini che sono stati costretti a lasciare la propria casa, fuggendo dalla guerra e dalle violenze».
Il Gcap, la Coalizione italiana contro la povertà, intitola il suo comunicato: “Poche belle parole, nessuna azione concreta”. E scrive: «Un summit del G7 che si conclude senza assumere impegni concreti». E aggiunge: «L’ambizione di affermare una strategia di medio periodo sul tema della mobilità umana attraverso un approccio integrato è fallita. Una visione che si rivela necessaria di fronte a un fenomeno complesso come quello delle migrazioni causate da povertà, guerre, instabilità, cambiamento climatico. Non c’è traccia di un’attenzione reale sull’emergenza umanitaria che si sta consumando davanti alle coste dell’isola che ha ospitato questo vertice, la Sicilia. Un’ecatombe che ha visto quasi 5 mila morti nel 2016. Il G7 ha riaffermato come “l’interesse e la sicurezza nazionale” siano sempre il vero elemento di discrimine nella definizione delle misure necessarie. E questo, come dimostra la più recente attualità, rischia di renderci ciechi di fronte alla costante violazione dei diritti dei migranti e dei rifugiati».
La stessa Msf si è espressa con grande delusione: «I leader del G7 hanno perso un’opportunità importante per rimediare al fallimento dei governi e fornire una risposta umana alla crisi globale delle migrazioni forzate», ha detto Gabriele Eminente, direttore generale di Medici Senza Frontiere. «Hanno deciso di affrontare questa crisi soltanto attraverso il filtro della sicurezza nazionale, punendo e criminalizzando le persone in fuga. Come MSF vediamo con i nostri occhi gli impatti di queste politiche sulle persone che assistiamo in tutto il mondo, nel Mediterraneo diventato un enorme cimitero, nelle terribili condizioni dei centri di detenzione in Libia, nei drammatici bisogni umanitari dei rifugiati siriani o nell’estremo livello di violenza sulla rotta di migranti e rifugiati in America Centrale. Il fallimento del G7 di Taormina potrà solo causare più sofferenze, aumentare le morti in mare, perpetuare le terribili condizioni di accoglienza per migranti e rifugiati, e giustificare accordi inumani che esternalizzano la gestione della migrazione a Paesi insicuri. Tutto questo, sotto gli occhi del mondo intero e in totale disprezzo dei diritti umani e dei principi umanitari di base».