Le Messe in suffragio dei defunti che valore hanno per la loro anima? E cosa dire delle Messe perpetue? È meglio farne celebrare una ogni tanto in parrocchia dove partecipano i parenti?
Le domande si riferiscono all’intercessione per i morti e a costumi
a essa collegati. Ecco alcuni elementi per impostare la questione:
l’amore di Dio che in Cristo «vuole che tutti gli uomini siano
salvati» (1Tm 2,4), partecipi cioè della vita eterna di Gesù il risorto;
la Chiesa come comunione dei santi, cioè l’insieme degli
amati chiamati ad amare come Dio in Cristo, un amore che è volontà
di salvezza per tutti; la preghiera di intercessione degli uni
per gli altri e per il tutto umano-cosmico come segno di tale cura
reciproca; la celebrazione eucaristica come evento manifestativo
dell’amore del Padre che in Cristo convoca la Chiesa celeste e terrestre,
e in esse il tutto, una convocazione in cui i vivi di qua e i vivi
di là pregano insieme ringraziando insieme in Cristo il Dio della
vita, intercedendo poi gli uni per gli altri. Alla luce di questo
vanno intesi certi costumi in uso: tariffe, numero di Messe di suffragio,
tempi. Ogni domenica nella Messa accanto
al ricordo di tutti i defunti possiamo fare memoria
di uomini e donne particolari invocando
su di essi l’intenzione di Dio, che tutti siano salvi
per grazia di Dio in tempi e modi noti a Dio.